Gambolò (Pavia), 20aprile 2014 - Una pistola misteriosa. Quella che che Johnny Bianchi, il nomade sinti residente a Gambolò ed arrestato con il fratello Mike, 26 anni, dice di aver visto nella cintura di Driss Sabiri, 30 anni, il marocchino ucciso mercoledì con un colpo di fucile nella casa di Gambolò in cui Mike Bianchi era ristretto agli arresti domiciliari. Di quell’arma, che nel racconto dei due nomadi, il cui arresto è stato convalidato venerdì, il marocchino probabilmente intendeva usare, i carabinieri non hanno però trovato traccia. L’unico a confermare nella sua deposizione questo particolare è proprio Johnny Bianchi, che si autoaccusa, confermando la versione del fratello, di avere sparato. 

Ma gli altri testimoni oculari del fatto, la compagna di Mike Bianchi e un amico della vittima, sosterrebbero di non avere visto la pistola e che a sparare in realtà sia stato proprio Mike Bianchi. Un aspetto questo sul quale si stanno concentrando gli sforzi investigativi dei militari del capitano Rocco Papaleo. Il movente dell’omicidio sarebbe ormai chiaro: Mike Bianchi avrebbe scoperto che la sua compagna, che avrebbe dovuto sposare Driss Sabiri con l’intento di garantirgli la cittadinanza italiana, con lui avrebbe intrecciato una vera relazione. Un’onta che per il nomade ed il fratello avrebbe potuto essere lavata solo con il sangue.

Ed è per questo che gli investigatori sospettano che il ferimento di mortale di Sabiri non sia arrivato al termine di una discussione, come era stato ipotizzato in un primo momento, ma sia avvenuto non appena il nordafricano ha varcato la porta dell’abitazione di via Roma 74. I riscontri dell’autopsia avrebbero confermato che il colpo mortale, esploso con un fucile da caccia con tutta probabilità costruito artigianalmente con parti di altre armi, sarebbe stato esploso da distanza ravvicinatissima, addirittura forse con la canna appoggiata al fianco sinistro di Sabiri.

La rosa di pallini della cartuccia si sarebbe aperta all’altezza del fegato, devastando anche stomaco, milza e polmone. Insomma per l’uomo non ci sarebbe stato scampo sin da subito. I testimoni avrebbero poi riferito che ad esplodere il colpo mortale sarebbe stato Mike Bianchi, incitato a gran voce dal fratello che poi, verosimilmente in accordo con lui, si sarebbe assunto l’intera responsabilità dell’accaduto. Da vagliare c’è ora la posizione della convivente di Mike Bianchi, la ventitreenne gambolese che ha assistito alla mattanza.

umberto.zanichelli@ilgiorno.net