Pavia, 18 aprile 2014  - Un compratore per la Merck. Quella che era solo una speranza fino a qualche tempo fa, ora si sta facendo più concreta anche se per il momento sui dettagli c’è la massima riservatezza. Eppure il futuro dell’azienda è stato al centro di un tavolo interistituzionale che si è tenuto ieri pomeriggio a Palazzo Mezzabarba tra alcuni rappresentanti delle istituzioni territoriali e i vertici della Merck Sharp & Dohme.

Oggetto del confronto erano proprio gli sviluppi sullo stabilimento produttivo di Pavia, dove sono 270 i lavoratori attualmente occupati che ogni mese guardano con apprensione allo scorrere del calendario. La fine dell’anno si avvicina e al 31 dicembre l’azienda ha deciso che chiuderà il polo produttivo pavese. All’incontro di ieri erano presenti il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, il presidente della Provincia, Daniele Bosone, l’assessore regionale alle Attività produttive, Mario Melazzini e il consigliere regionale Iolanda Nanni, mentre per la Merck Sharp & Dohme c’erano Goffredo Freddi, responsabile della comunicazione dell’azienda, Stefano Verona, direttore dello stabilimento e Pierluigi Antonelli, amministratore delegato di Msd Italia. Durante la riunione è emersa un’incoraggiante novità, legata all’ipotesi concreta di un nuovo acquirente.

«Accogliamo con speranza l’ipotesi di un possibile acquirente che rappresenterebbe un grande passo avanti - hanno affermato Alessandro Cattaneo e Daniele Bosone a margine dell’incontro - pur con tutte le cautele del caso. L’azienda si è ripromessa infatti di aggiornarci entro due mesi e, con senso di responsabilità, da parte nostra attendiamo ulteriori sviluppi». Dal giugno scorso, quando la Merck ha annunciato a sorpresa di voler chiudere lo stabilimento pavese, l’assessore Melazzini ha sempre seguito l’iter della vicenda, adoperandosi per scongiurare che la multinazionale abbandonasse Pavia.

«In attesa di comunicazioni ufficiali sugli sviluppi dello stabilimento da parte dei vertici dell’azienda, con cui sono costantemente in contatto, - ha detto l’assessore - ribadisco da parte di Regione Lombardia il forte sostegno a ogni soluzione positiva che possa non solo far rimanere, ma anche rilanciare la realtà produttiva sul territorio pavese». I dipendenti, quindi, si apprestano a trascorrere una Pasqua di speranza, mentre si avvicina la data in cui 90 lavoratori dovrebbero essere messi in cassa integrazione percependo il 70% della differenza tra la retribuzione e l’indennità di cassa per i primi sei mesi e il 30% per i successivi in modo da ridurre la differenza tra lo stipendio che percepiscono e l’assegno previsto dall’ammortizzatore sociale.