Milano, 16 aprile 2014 - La Corte d'Assise e d'Appello di Milano ha rinviato al 30 aprile l'udienza del processo sull'omicidio di Garlasco. Quel giorno i giudici leggeranno l'ordinanza con la quale decideranno se ammettere la rinnovazione del dibattimento, come indicato dalla Cassazione, per fare nuovi accertamenti e perizie e acquisire nuove prove. Nel frattempo i giudici hanno chiesto al pg Laura Barbaini, alla difesa di Alberto Stasi e alla parte civile, la famiglia di Chiara Poggi, di depositare le loro memorie.

I primi ad arrivare, questa mattina alle 8, in Tribunale a Milano, sono stati Rosa e Giuseppe Poggi, i genitori di Chiara, uccisa il 13 agosto 2007 nella casa di famiglia. La mamma della ragazza ha ribadito di avere fiducia nella giustizia e di aspettarsi che i giudici della terza Corte d'Assise e d'Appello facciano luce sulla morte della figlia. Intorno alle 8.45 è arrivato in Tribunale anche Alberto Stasi, accompagnato dai suoi avvocati. Il giovane è entrato in auto dall'ingresso di corso di Porta Vittoria e non ha voluto parlare con i giornalisti.

In aula dopo le conclusioni dell'intervento del professor Angelo Giarda e dell'avvocato Giuseppe Colli, i legali di Stasi, si sono tenute le repliche del sostituto procuratore generale Laura Barbaini e dell'avvocato dei Poggi, Gianluigi Tizzoni, e le controrepliche dei difensori. Una dei punti centrali della 'battaglia' ha riguardato la bicicletta nera da donna nella disponibilita' degli Stasi. Bicicletta su cui accusa e parti civili hanno insistito affinche' venga sequestrata per nuovi accertamenti in quanto, come ha spiegato Gianluigi Tizzoni, ''le sentenze di primo e di secondo grado, pur concludendo genericamente che non e' di Stasi, avevano dato per certo che l'assassino aveva una bici nera da donna.

Inoltre per la Cassazione e' un indizio a carico'' di Alberto. Il legale ha inoltre affermato che su questa bici l'ex maresciallo dei carabinieri di Garlasco, Francesco Marchetto, che ai tempi aveva svolto le indagini, ''ha reso falsa testimonianza'' sulla deposizione di Franca Bermani, la vicina di casa dei Poggi che aveva dichiarato di aver visto, il giorno del delitto, appoggiata al muro della villetta dove Chiara e' stata uccisa, una bici nera da donna.

Per Fabio Giarda, uno dei difensori di Alberto Stasi, è "vergognoso" che il pg Laura Barbaini nel corso dell'udienza di oggi dell'appello bis per l'omicidio di Chiara Poggi abbia suggerito che ci sia stata una
complicità da parte del padre del ragazzo, deceduto da pochi mesi, con il figlio. " Il verbale dell'interrogatorio del papà di Alberto è finito intorno alle 19.30 - ha spiegato l'avvocato Fabio Giarda - e per il pg avrebbe potuto portare la bici nera da donna utilizzata dal figlio nel negozio di autoricambi, per dare sostanza al ricordo di Alberto". In questo caso si tratterebbe di "un favoreggiamento grande come una casa", ha spiegato l'avvocato di Stasi, ma questa ricostruzione fatta dall'accisa non solo non è corretta ma "offende la memoria del padre di Alberto che è mancato da pochi mesi". "Alberto - ha aggiunto - è veramente imbufalito per questo". "La parte civile, il pg ci chiedono sempre di rispettare la memoria di Chiara - ha concluso - ma anche loro rispettino quella del padre di Alberto".