Vigevano, 16 aprile 2014 - Lo ha picchiato. Selvaggiamente. Prima a mani nude e poi con un grosso bastone e una traversina dei binari, provocandogli un tremendo trauma cranico che gli è costato la vita. Allal Khalis, 58 anni, marocchino domiciliato a Mortara, noto negli ambienti dello spaccio lomellino come il «Califfo», è morto all’alba di lunedì nel reparto di Neurochirurgia del Policlinico San Matteo di Pavia, dove era stato trasferito venerdì pomeriggio, quando era stato trovato in stato confusionale alla stazione di Mortara. In un primo tempo si era pensato a un abuso di alcol, ma i successivi accertamenti svolti all’ospedale di Vigevano avevano rilevato la presenza di fratture craniche di tale entità da spingere i medici a disporne il trasferimento a Pavia. Nella serata di lunedì i carabinieri del capitano Rocco Papaleo hanno sottoposto a fermo Ferjani Zammal, 42 anni, tunisino, come la sua vittima irregolare. L’uomo è stato scovato dai militari del tenente Michele Minetti in un appartamento di via Brigate Partigiane, dove era arrivato da qualche ora. Forse già oggi sarà ascoltato per l’interrogatorio di garanzia. Ma davanti ai carabinieri ha negato ogni addebito.

A incastrarlo ci sono però le immagini delle telecamere di videosorveglianza della stazione di Vigevano, dove lunedì mattina intorno alle 11 è avvenuta l’aggressione, che i militari hanno visionato per oltre 10 ore. Proprio i filmati, in qualche caso addirittura solo le ombre delle figure che si vedono, hanno consentito agli investigatori di appurare che l’aggressione è avvenuta in una zona defilata dello scalo ferroviario vigevanese, vicino alla panchina dove la vittima stava cedendo droga a un cliente italiano. Zammal lo avrebbe avvicinato in bicicletta e poi lo avrebbe aggredito: prima a mani nude, poi con un bastone e con una traversina dei binari, dopo lanciati in un cespuglio e ritrovati successivamente dai carabinieri. Entrambi avrebbero tracce ematiche.

L’attività investigativa dei carabinieri è stata complessa ma nei fatti rapidissima nonostante le molte difficoltà incontrate nell’identificare i protagonisti dell’accaduto. La conoscenza del territorio e i contatti hanno permesso agli uomini dell’Arma di arrivare in fretta a Zammal, considerato il braccio destro di Said Tovatis, «Maradona» per il mondo dello spaccio cittadino, che controlla lo smercio di droga in quella zona. Chi indaga ipotizza che il Califfo, messo alle strette a Mortara, abbia pensato di allargare la sua attività a Vigevano. Senza chiedere il parere di chi su quella piazza lavora da tempo. Forse quello a Khalil, che pare non abbia opposto resistenza all’aggressione, avrebbe voluto essere solo un avvertimento poi finito male. Ma su questi aspetti i carabinieri stanno ancora indagando. Il corpo del Califfo sarà sottoposto ad autopsia forse già oggi, anche se non sembrano esserci dubbi sulla causa della morte. Zammal invece è stato condotto in carcere a Pavia: per il momento l’ipotesi di reato è quella di omicidio.

umberto.zanichelli@ilgiorno.net