Pavia, 16 aprile 2014 - Malmenata alla fermata dell’autobus da un compagno di scuola, nell’indifferenza generale. Ed emarginata a scuola per averlo denunciato. Si tratta di una 16enne studentessa dell’istituto Apolf di Pavia che da due mesi si rifiuta di andare a scuola. Giada (il nome è di fantasia) è stata aggredita due mesi fa in via dei Partigiani mentre aspettava l’autobus 3 che l’avrebbe portava alla stazione dei pullman per tornare nel paesino dove abita con i genitori e la sorella più piccola. Ad aggredirla era stato un suo coetaneo, anche lui studente all’Apolf.

«Mi ha preso la mano sinistra e me l’ha stretta fino a farmi male — racconta la giovane —. L’ho allontanato dicendogli di smetterla ma lui mi ha spinto contro la pensilina della fermata facendomi sbattere la testa. Ho cercato di difendermi e lui mi ha dato un pugno nello stomaco, calci nelle gambe e schiaffi sul viso. Nessuno è intervenuto per farlo smettere. Tutti guardavano la scena e non facevano niente». Sarebbe stato il fatto di essere stato respinto a suscitare l’ira del ragazzo, che al no di Giada avrebbe cominciato a prenderla di mira. Proprio come quel giorno. Che al di là delle ferite ha sicuramente cambiato la vita della ragazza e della sua famiglia, togliendo loro la serenità. Perché al suo ritorno a scuola, dopo la denuncia dell’aggressore, Giada sarebbe stata emarginata dai suoi coetanei anziché riceverne la solidarietà.

«Non sono i soldi che ci interessano – spiega la mamma —, vogliamo solo che quello che è capitato a nostra figlia non succeda più. Per questo quando l’altro giorno sono stata chiamata in caserma per rimettere la querela mi sono rifiutata di farlo. Mi hanno detto che nel processo penale a carico di un minore non è ammessa la costituzione di parte civile ma a me non è quello che interessa. Nessuno si deve permettere di agire come quel ragazzo. Nessuno dei presenti al pestaggio è intervenuto e già questo mi amareggia molto. Come se non bastasse, quando a scuola si è saputo che avevamo denunciato il fatto, gli altri ragazzi hanno cominciato a isolare mia figlia che ora si rifiuta di andare a scuola. Non ci resta altro da fare che cambiarle istituto, ma intanto perderà un anno di scuola».

Dopo l’aggressione la ragazzina, in lacrime, ha preso l’autobus ed è tornata a casa dove ha raccontato tutto ai genitori che l’hanno portata al Pronto soccorso del San Matteo. Distorsione della rachide cervicale, contusione al ginocchio destro e alle dita della mano sinistra il referto medico: 15 giorni di prognosi. Per l’aggressore, invece, è partita una denuncia dai carabinieri per lesioni personali. Nei suoi confronti è ora pendente un procedimento penale presso il Tribunale dei Minori di Milano.