pavia, 9 aprile 2014 - Un telefono cellulare che squilla nel silenzio dei test d’ingresso è sufficiente a far scatenare il putiferio. È accaduto ieri mattina durante la prova che 1.337 aspiranti medici e odontoiatri stavano sostenendo per sperare di ottenere uno dei 164 posti a disposizione. Posti che uno squillo ha messo a rischio. «I commissari avrebbero voluto annullare il compito a tutto il gruppo seduto nella zona del cellulare incriminato — racconta Alessio Portobello dell’esecutivo nazionale dell’associazione studentesca Udu —, poi non lo hanno fatto. Ma i ragazzi hanno perso 20 minuti per quello squillo e non hanno di certo potuto sostenere la prova serenamente. Il proprietario del cellulare, infatti, non si è trovato e i ragazzi si sono sentiti danneggiati». La segnalazione del disguido è arrivata tramite l’applicazione per telefonini smartphone realizzata dal Coordinamento per il diritto allo studio-Udu proprio per segnalare quasi istantaneamente eventuali disguidi. Come quello accaduto in un’altra aula del Cravino, nella quale un plico con i test da sottoporre ai ragazzi è arrivato aperto ancor prima che entrassero i maturandi.

«A Bari sono dovuti intervenire anche i carabinieri e l’esame sarà con ogni probabilità annullato — spiega Portobello —. Pure Pavia non si è distinta, tanto che ci chiediamo per quale motivo non si cambino le regole, visto che ogni anno si presentano dei problemi». Ieri mattina, mezz’ora prima dell’avvio della prova alcuni esponenti del Coordinamento per il diritto allo studio si sono presentati davanti alla Nave e al Campus in cui si svolgevano i test per distribuire ai ragazzi le guide per il test corretto: dalle procedure di identificazione dei candidati al ruolo dei commissari, fino alla consegna e ritiro della prova. «Visto l’esito, se raccoglieremo un buon numero di segnalazioni — assicura Portobello — presenteremo ricorso». Intanto l’Udu ha già impugnato il decreto di indizione dei test. «L’anticipazione del test ad aprile — accusa Luca Zecchin, segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio — non permette agli studenti di affrontare il test alla conclusione degli studi della scuola superiore, rischiando di compromettere il corretto apprendimento dei programmi ministeriali, perché alcuni studenti potrebbero decidere di concentrarsi nella preparazione del test piuttosto che sui programmi di studio. Lotteremo affinché venga garantito il libero accesso all’università».

manuela.marziani@ilgiorno.net