Pavia, 21 marzo 2014 - Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’imprenditore Ciro Manna. Ieri mattina, il 48enne di Zinasco doveva essere sentito dal giudice per le indagini preliminari, Anna Maria Oddone. Anche Manna, infatti, da giovedì scorso è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e minacce. «Appena saremo pronti risponderemo all’interrogatorio del gip — ha spiegato l’avvocato di Manna, Barbara Bertoni —. Adesso non l’abbiamo fatto perché ho appena finito di studiarmi i documenti. È un’indagine corposa durata anni e raccolta in sei faldoni. Ne parlerò con il mio cliente, poi chiederemo di essere interrogati. Ora non saremmo in grado di fornire spiegazioni, le accuse non sono leggere e devono essere affrontate in modo serio».

Contrariamente a quanto hanno chiesto i legali di Ettore Filippi (Giuseppe Roccioletti e Fabrizio De Sanna), il difensore di Manna non intende chiedere la revoca dei domiciliari. «Presenteremo istanza al tribunale del Riesame», annuncia. L’imprenditore edile ha già in corso un processo per abuso edilizio per il caso Punta Est, ma in questo caso le accuse riguardano i lavori da 30mila euro eseguiti per conto di Dario Maestri in un immobile di proprietà del professor Angelo Bugatti a Momeliano, una frazione di Agazzano (Piacenza). Accanto a questo aspetto, da chiarire ci sono le accuse per minacce. In particolare, le croci nere disegnate sul portone dell’ufficio dell’avvocato Franco Maurici. «Hai visto che bel lavoro abbiamo fatto? Che bravi siamo stati?», avrebbe detto a una collaboratrice Maestri dopo aver letto un articolo sulll’intimidazione. «Se le cancellano, ne faremo fare altre». Cosa che avvenne. Non solo, dopo alcuni giorni l’informatrice fu nuovamente sentita dagli inquirenti e riferì di conoscere altri atti di intimidazione che sarebbero stati commissionati da Maestri a Manna.

Atti destinati a persone che a loro parere li stavano danneggiando come il consigliere comunale di “Insieme per Pavia” Walter Veltri, il giornalista Giovanni Giovannetti e la funzionaria comunale che diede parere negativo all’edificazione di Punta Est. Intanto, continuano in Procura gli interrogatori delle persone informate sui fatti che portarono alla stipula delle convenzioni fra il Comune e Maestri per la costruzione di una piscina scoperta e di un campo da tennis nel resort Cascina Scova. Ieri pomeriggio è stata la volta di Gabriele Pioltini, 68 anni, ex dirigente del settore Economia e Attività produttive del Comune, oggi in pensione. All’uomo gli inquirenti avrebbero chiesto spiegazioni sul suo comportamento fra 2007 e 2008.

Fu lui a firmare, col dirigente Gianfranco Longhetti, l’autorizzazione alla firma della convenzione fra Comune e Cascina Scova, dopo che la Giunta aveva certificato la pubblica utilità del campo da tennis. Per una testimone, l’ex dirigente avrebbe dato parere negativo sulla piscina in quanto non aveva le caratteristiche richieste agli impianti pubblici, salvo poi firmare la convenzione che prevedeva che la piscina avesse il ridottissimo orario di apertura al pubblico a giugno, luglio e settembre.

di Manuela MarzianiMatteo Miglietta