Vigevano (Pavia), 10 marzo 2014 - È stato ascoltato in Procura per oltre 4 ore, ha confermato la confessione e ora è nel carcere pavese di Torre del Gallo. Francesco Albano, 71 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato.
Non gli verrebbe però contestata la premeditazione, perché sarebbe stato un raptus improvviso quello che gli ha fatto impugnare un coltello, preso dal bancone del bar, e colpire ripetutamente, almeno una decina di volte, Assunta Sicignano, 43 anni, morta tra i tavolini del suo bar, lo Psyco Cafè, in corso Cavour a Vigevano.
Il corpo della vittima è stato portato all’obitorio di Pavia: fino a ieri non era ancora stata fissata l’autopsia, per la quale probabilmente verrà conferito l’incarico questa mattina e verrà successivamente eseguita in Medicina legale. Ma la ricostruzione dell’accaduto sembra ormai chiara e l’esame dovrà solo fornire conferme a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e dalla confessione dell’omicida.
L’uomo era stato intercettato dai militari mentre si stava recando in caserma per costituirsi: in stato confusionale, cercava di un carabiniere che conosceva e ha ammesso subito di aver ucciso Tina, la donna che continuava a considerare «sua».
Non si erano mai sposati, ma erano insieme da oltre 20 anni, con due figlie, di 19 e 16 anni. Da una settimana, però, Tina aveva lasciato la casa in via Leonardo da Vinci, trasferendosi da un’amica con anche le due figlie. Aveva conosciuto un altro uomo, un 38enne che lavora a Vigevano come vigilantes. Un nuovo amore, che l’aveva spinta a voler cambiare vita e a lasciare il padre delle sue figlie. Francesco Albano non aveva accettato la fine della relazione. Continuava a volerla aiutare allo Psyco café, che la donna aveva preso in gestione da ottobre. Anche la mattina dell’8 marzo era andato così al bar, ma la vista dell’auto del «rivale» gli ha fatto scattare un raptus di gelosia, e la litigata dentro al bar s’è trasformata in tragedia.
Il pm Paolo Mazza lo ha sentito alla presenza dell’avvocato difensore Pier Carlo Colli Vignarelli di Garlasco. Avrebbe ricostruito l’accaduto nei dettagli, in una versione dei fatti ritenuta attendibile.
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