Pavia, 26 dicembre 2013 - Un triste Natale in casa di {{WIKILINK}}Alberto Stasi{{/WIKILINK}}, unico indagato per il delitto della fidanzata Chiara Poggi, 26 anni, uccisa con un colpo alla testa il 13 agosto del 2007 nella villetta di Garlasco, dove viveva con i genitori. Proprio il pomeriggio del 25 dicembre è morto il padre del ragazzo, Nicola Stasi: era ricoverato al Policlinico di Pavia nel reparto di ematologia.

Dopo i quattro anni e quattro mesi delle indagini e del processo di Alberto, e dopo che nell'aprile scorso è stata annullata l’assoluzione, ordinando un nuovo processo d’appello, che dovrà rivedere gli indizia  carico del giovane, la famiglia Stasi si trova ad affrontare un altro dolore.

Nicola ha sempre parteggiato per  suo figlio, non ha mai avuto dubbi su quella che sarebbe stata la sentenza finale, anche se era sempre sforzato di rimanere con i piedi per terra. Il gip Pravon (il giudice che ha anullato il fermo di Alberto Stasi, ndr) era stato il primo a non credere alle indagini. Il gip Vitelli aveva fatto di più parlando di indagini lacunose e contraddittorie e disponendo cinque nuove perizie e tutte hanno dato ragione alla famiglia del giovane imputato. L’ultima conferma era venuta dall’Assise d’appello. Ma alla base di tutto c’era la mia convinzione di padre, che non è mai venuta meno, dell’assoluta innocenza di Alberto.