Pavia, 31 luglio 2013 - «Prima ci consentono di aprire e poi ci mettono nelle condizioni di chiudere». Simona Lanfranconi che in corso Cairoli ha aperto “Nuvole di fumo”, un negozio specializzato nella vendita di sigarette elettroniche, se oggi non avesse dovuto incontrarsi davanti al notaio perché il suo socio lasciava la società, sarebbe stata a Roma a protestare insieme ai colleghi di altre città. All’orgine del malumore che li ha portati a proclamare uno sciopero della fame c’è l’elevata tassazione e le nuove regole legate ai prodotti.

«Tra le accise del 58% — ha aggiunto la titolare — e l’Iva del 21% noi che vendiamo un solo prodotto, non potremo sopravvivere. Eppure siamo specializzati, possiamo consigliare il cliente ed è importante, perché non siamo una cartoleria». A Pavia attualmente sono sette i punti vendita di sigarette elettroniche, ma due hanno già chiuso.

«Ci sono alcuni esercizi legati a marchi che impongono un pagamento di 500 euro mensili — ha aggiunto la commerciante —. Questa spesa, unita a tutto quello che ogni esercizio commerciale deve pagare soprattutto all’inizio di un’attività, li ha costretti a rinunciare. Per me, fortunatamente, la situazione è differente, quindi ancora resisto. Anche perché ho aperto da quattro mesi, sono troppo pochi per dire che un’attività non funziona. E personalmente, io che ho sperimentato la sigaretta elettronica ci credo molto. Sarà anche per questo, che nonostante la guerra fatta al prodotto, abbiamo mantenuto la clientela e adesso ci stiamo riprendendo. Speriamo di poter andare avanti. Vedere un cliente asmatico passato alla sigaretta elettronica non avere più i problemi respiratori di prima, ripaga di tutte le difficoltà che si vivono».

Nonostante questo, però, alcune regole sarebbero aupicabili anche da chi è del settore. «Adesso basta una partita Iva per poter aprire un negozio di sigarette elettroniche, non serve una preparazione — ha proseguito Simona Lanfranconi — e non esiste neppure una categoria merceologica per noi. Siamo iscritti come articoli da regalo e profumeria. Ben vengano le regole, basta che ci lascino lavorare».

M.M.