Pavia, 10 luglio 2013 - "Sono molto preoccupato della posizione sostenuta ancora oggi dal Ceo americano della Merck rispetto alla chiusura dello stabilimento pavese, prevista a dicembre 2014, e ribadisco la mia totale amarezza e contrarietà sul metodo utilizzato. Chiedo ai vertici aziendali di ripensare alla decisione di chiudere nel 2014 lo stabilimento pavese e mi rivolgo al Mise affinché intervenga per togliere questa spada di Damocle che ancora permane sui lavoratori e sulla sopravvivenza del sito produttivo".

E' quanto dichiarato dall'assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, Mario Melazzini, al tavolo convocato dal Ministero dello sviluppo economico sulla crisi dello stabilimento pavese della Merck, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti delle istituzioni locali e dei sindacati. Assente invece il Ceo americano della casa farmaceutica che ha inviato una lettera nella quale conferma la decisione di chiudere la sede di Pavia a dicembre del 2014.

Sono 270 i dipendenti interessati da questa decisione. La richiesta formulata dall'assessore Melazzini è chiara: "Come ho avuto modo di dire all'amministratore delegato e presidente della Msd Italia, Pierluigi Antonelli venerdì scorso, è necessario eliminare la data della chiusura prevista perché così risulta una
sentenza già scritta. Invece noi crediamo che ci sia ancora la possibilità di un confronto costruttivo con esiti positivi per i lavoratori e per l'azienda". Il governo regionale intende mettere in campo ogni strumento che possa convincere la Merck a rimanere sul territorio lombardo. Lo ha assicurato lo stesso Melazzini che ha aggiunto: "Vogliamo tutelare la realtà produttiva della Merck e l'occupazione. Siamo convinti che la Lombardia, che è la prima regione italiana per investimenti in ricerca e farmaceutica in Italia ed ha la più alta quota di esportazione in questo settore, possa essere ancora un territorio capace di fornire know how e competenze tali da attrarre multinazionali straniere".