di Manuela Marziani

Pavia, 21 maggio 2013 -  Ammonta a circa 18 milioni la somma che la Provincia si troverà a sborsare per uno strumento derivato non rinegoziato. Calcoli approssimativi, ma il debito peserà sulle tasche dei cittadini. Un salto indietro fino al 5 gennaio 2006, quando il costo del denaro era più elevato e la crisi non si era ancora fatta sentire. In quel contesto economico “appoggiato” a un debito di 40 milioni e 500mila euro contratto alla fine del 2005 che si estinguerà nel 2025 per il rifinanziamento dell’estinzione anticipata di una serie di mutui a tasso fisso con la Cassa depositi e prestiti, è stato sottoscritto un “collar” con Banca Intesa che scadrà nel 2020.

È uno strumento finanziario che consente al sottoscrittore di non rischiare nulla se il tasso d’interesse sale, è la banca a rimetterci i soldi. Se il tasso scende, è il sottoscrittore a pagare. In questa operazione sottoscritta nuovamente nell’ottobre dello stesso anno, la Provincia - giunta Vittorio Poma - si è impegnata per una soglia massima d’interesse del 4,25, a fronte del 5,27% previsto dai mutui della Cassa Depositi e prestiti. Nei documenti si legge che «l’operazione è stata definita per proteggere la Provincia dal rischio di incrementi di tassi d’interesse relativi alla contrazione di un debito molto consistente». E fino alla prima metà del 2008 è andata così.

Dai dati elaborati dal Controllo della Gestione si vede che al 31 dicembre 2008 il “collar” aveva determinato scambi positivi per l’ente di 259.812,60 euro. Poi il quadro si è modificato e il segno da “più” è diventato “meno”. E che la previsione fosse negativa, lo si sapeva. Ma si immaginava che nel 2012 il segno “meno” si trovasse davanti a 150.900 euro, poi diventati 608mila. Il tasso d’interesse oggi è bassissimo e non rinegoziando lo strumento, a fronte di un flusso negativo previsto nel 2010 di 451mila euro nel 2013, si è saliti a 596.900 nel 2011, quando il tasso non raggiungeva l’1,2%, mentre era previsto all’1,5% e a un milione e 4500 nel 2012 (tasso allo 0,37 a fronte del 2% previsto). Previsione per nulla rosea che ipotizza un flusso ulteriormente negativo messo a bilancio per 939.700 euro nel 2014 e di 771.600 nel 2015. «La stabilizzazione dei flussi - dice il Controllo della Gestione - comporta che nei periodi in cui i tassi d’interesse raggiungono valori bassi non vi siano vantaggi per la Provincia».