Pavia, 16 maggio 2013 - Nelle motivazioni alla sentenza con la quale hanno condannato Alberto Stasi a 30 giorni di reclusione convertiti in una pena pecuniaria di 2540 euro per detenzione di materiali pedo-pornografico, i giudici della corte d’appello di Milano scrivono che non possono concedergli la sospensione condizionale della pena anche per il contenuto “raccapricciante” del materiale scaricato da internet.

“Pur tenendo conto del modesto quantitativo del materiale illecito - scrivono i giudici nella sentenza del 14 marzo scorso, che ha confermato quella pronunciata in primo grado dal tribunale di Vigevano - la natura dell’illecito, da valutarsi anche nel contesto della parallela ‘abitudine’ di Stasi di compulsare siti erotici-pornografici, abitudine certamente lecita ma indubbiamente sintomatica del settore di interesse, e il raccapricciante contenuto di tale materiale, che qualifica il fatto di detenzione in termini di significativa gravità, non consente infatti di formulare una prognosi favorevole in merito alla futura condotta dell’imputato”.

fonte Agi