Pavia, 16 maggio 2013 - Il giorno dopo il pugno di ferro che l’amministrazione comunale e la Procura della Repubblica hanno mostrato contro 30 writer, l’attenzione al fenomeno non si arresta. Ieri, infatti, gli agenti della Polizia Locale hanno continuato nell’opera meticolosa e quasi certosina di analizzare muro per muro, via per via, tutte le scritte che incontravano. L’obiettivo è attribuire la “paternità” di tutti gli atti vandalici commessi in modo da poter chiedere i danni a chi ha deturpato il patrimonio. Un migliaio finora le “tag”, così si chiamano in gergo le firme lasciate dai graffitari, individuate. Ma il lavoro è appena all’inizio. 

Per il momento le forze dell’ordine si sono concentrate sugli edifici pubblici, per i quali attraverso un bando di gara, si dovrebbe individuare la ditta in grado di poterne ripulire i muri rispettando i vincoli imposti dalla Soprintendenza ai Beni architettonici. Fondi a parte, però, il problema non appare di semplice soluzione come potrebbe sembrare. In molti casi l’intonaco è fortemente ammalorato e si stacca con una semplice folata di vento. Sarebbe impossibile intervenire con pesanti operazioni di ripulitura come accaduto nel 2010 sulle pareti degli edifici di molte vie del centro, quando venne utilizzata una tecnica innovativa ed erano stati spesi 30mila euro. Si “stresserebbero” troppo quei muri già provati dagli anni e dalle variazioni climatiche.

Nel frattempo, si pensa anche a coinvolgere i ragazzi indagati in un concorso nella riparazione del danno del quale il giudice terrà conto nel momento in cui dovesse condannare i writer identificati.
Lo ha già fatto in passato, quando un giovane innamorato ha voluto far sapere a tutti per chi batteva il suo cuore e poi, su proposta del padre, è stato “condannato” dal giudice a prendere vernice e pennello per cancellare dal muro imbrattato, il suo folle amore.

Tra innamorati e coloro che si definiscono artisti, dal 2009 al 2013 sono molti coloro che hanno lasciato la propria traccia a Pavia. Ma anche molti coloro che amano la città.  Non a caso, per ripulirla riportando i muri dei palazzi privati alla loro condizione originaria, si sono fatti avanti dei volontari che vorrebbero solo essere dotati di pennello e vernice adatta all’esterno. Metterebbero loro tutto l’olio di gomito e la buona volontà necessari a far sparire le scritte e a ripristinare il decoro.

manuela.marziani@ilgiorno.net