Roma, 17 aprile 2013 - Ancora un rinvio per la sentenza della Cassazione sul delitto di Garlasco. I giudici della prima sezione penale della Cassazione sono entrati in camera di consiglio, ma il verdetto sara' reso noto domani mattina, anche se non si esclude che la Corte possa domani comunicare un ulteriore prolungamento della camera di consiglio. La Suprema Corte e' chiamata a decidere se confermare o meno l'assoluzione pronunciata dalla Corte d'assise d'appello di Milano (che confermo' quella in primo grado disposta dal gup di Vigevano) nei confronti di Alberto Stasi, unico imputato per l'omicidio della fidanzata, Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2008. 

Dopo il rinvio deciso dalla Corte il 5 aprile scorso, il processo è ripreso oggi nel pomeriggio. Il ricorso contro l’assoluzione in appello del dicembre 2011 è stato presentato dalla procura generale di Milano e dai legali della famiglia Poggi, che è parte civile. Sinora nei confronti di Stasi le accuse non hanno mai retto. Alberto Stasi è entrato in Cassazione in compagnia di alcuni legali del suo collegio difensivo senza rilasciare alcun commento. Lo stesso aveva fatto il 5 aprile scorso.

 

PG: " ANNULLARE ASSOLUZIONE" - Il primo a prender la parola è  stato il pg Roberto Aniello. Secondo lui "va annullata l'assoluzione pronunciata in appello nei confronti Alberto Stasi, e gli atti sul processo del delitto di Garlasco vanno riesaminati con un nuovo processo.  Secondo il pg, "l'ipotesi accusatoria e' sorretta da valide motivazioni", mentre nella sentenza impugnata emergono "i difetti logici: se c'e' un caso in cui sentenze di merito, pur conformi, palesano incongruenze, lacune e illogicita', e' proprio questo". Nelle pronunce del gup di Vigevano (giudice del processo di primo grado) e della Corte d'Assise d'Appello di Milano, che hanno entrambi assolto l'imputato "per non aver commesso il fatto", vi e' "una sopravvalutazione della prova scientifica, che non sempre puo' portare a risultati accettabili. Di fronte ai limiti della prova scientifica - ha sottolineato il pg - i giudici del merito si fermano e non cercano di colmare le lacune con la prova logica".

PG: "NESSUN DUBBIO" - Non ci sono dubbi che l'assassino di Chiara Poggi conoscesse bene la vittima e anche la casa. Questa la tesi del Pg della Cassazione Roberto Aniello che ha chiesto di annullare l'assoluzione di Alberto Stasi. Aniello nella sua requisitoria ha messo in evidenza come ''non ci fossero in quel momento molte persone a Garlasco e in ogni caso nulla e' emerso su altre persone che potessero avere un movente per uccidere Chiara Poggi''. Quindi ''la valutazione della Corte d'appello mi sembra illogica''.

PG: "ANDAVA ACCERTATA ANALISI SUL CAPELLO" - "Il rigetto dell'esame del capello è stato "incongruo. Che sia caduto da solo o per effetto di una trazione non capisco che rilevanza abbia. E' un capello della vittima o dell'aggressore e questo deve essere accertato". Lo ha detto il procuratore generale della Cassazione Roberto Aniello.  La richiesta di una nuova analisi sul capello era stata avanzata anche dall'avvocato della famiglia della vittima. Vuole che vengano disposti accertamenti per individuare il Dna mitocondriale dal bulbo e dal fusto di quel capello ritenendo, questa, l'unica strada rimasta per arrivare a rintracciare l'omicida. Stessa richiesta riguarda anche i frammenti più piccoli delle unghie della giovane.

LA DIFESA: "ASSOLTO DA TRE GIUDICI" - "Ci sono tante ipotesi ma gli indizi non sono chiari e concordanti come richiede la legge, per questo Alberto Stasi è stato assolto per tre volte da giudici diversi". Ha detto così l'avvocato Alberto Giarda, difensore di Alberto Stasi, nel corso del suo intervento davanti ai giudici della Cassazione per il processo dell'omicidio di Chiara Poggi.

"Ha ragione la mamma di Chiara Poggi nel chiedere giustizia - ha detto ancora il penalista - ma questa non deve avvenire sulla testa di Stasi, se questo processo non porterà a un colpevole sarà perché qualcosa non ha funzionato dal punto di vista investigativo e non certo perché Stasi è riuscito a farla franca. Ho insegnato per 41 anni procedura penale, ma leggendo i ricorsi della Procura e della parte civile non capisco come non li si possa dichiarare inammissibili o infondati. Inoltre, non va dimenticato che per tre volte i giudici hanno fatto cadere le accuse: il gip al momento della convalida dell'arresto, il gup di Vigevano all'esito del rito abbreviato e poi la Corte di appello di Milano", ha concluso il legale.