Pavia, 6 marzo 2013 - Dopo il caso "Punta Est" un'altra area è finita nel mirino della Procura della Repubblica. In mattinata i Carabinieri e la Polizia hanno posto sotto sequestro le cinque palazzine da sette piani, per 360 alloggi complessivi, costruite alla periferia ovest della città, nei pressi del polo scientifico dell'ateneo pavese. L'ipotesi di reato contestata è: lottizzazione abusiva ed esecuzione di lavori e opere su area sottoposta a vincolo paesaggistico.

Quell'area da 32mila metri quadrati, infatti, stando a quanto sostiene l'accusa, nel piano regolare era destinata a servizi universitari. Quindi il privato avrebbe potuto realizzare dei complessi edilizi da affidare agli studenti sulla base di una convenzione sottoscritta con l'ateneo. In questo caso, invece, non sarebbe stata sottoscritta alcuna convenzione con l'università, ma solo atti unilaterali d'obbligo che prevedevano di vendere o dare in affitto gli immobili a persone delle categorie previste (docenti universitari, ricercatori e studenti).

Nel frattempo gli alloggi sono stati destinati a residenze con oneri di urbanizzazione pagati come se si trattasse di appartamenti per studenti con importi decisamente inferiori e arrecando un danno all'amministrazione comunale. L'indagine che è stata molto complessa, è durata un anno e mezzo e ha portato a denunciare cinque persone tra liberi professionisti e imprenditori immobiliari.

Nei guai sono finiti Arturo Marazza di Arco Srl, Alberto Damiani legale rappresentante Green Campus Srl il fratello Pietro, legale rappresentante della "Damiani Costruzioni" di Villanterio che ha eseguito le opere, il direttore dei lavori Roberto Turino e il progettista Gian Michele Calvi. Ieri mattina quando le forze dell'ordine si sono presentate al Cravino, i residenti sono sobbalzati. Dei 360 appartamenti, 70 sono già stati venduti e alcuni sono occupati. "I compratori o i locatari - ha spiegato il procuratore della Repubblica, Gustavo Cioppa - sono stati nominati custodi degli alloggi e potranno continuare ad occuparli". In fondo a una causa, però, c'è il pericolo di una confisca e non a caso i compratori si stanno già organizzando per avviare una class action contro chi ha venduto loro un immobile oggi posto sotto sequestro.