di Luca Zorloni

Pavia, 5 marzo 2013 - L'università di Pavia ha messo alla porta il professore d'inglese Anthony Baldry a seguito di una protesta degli studenti per il suo grave comportamento in classe. E' la prima volta, riferiscono i rappresentanti dei laureandi, che l'ateneo assume una decisione così estrema. Segno che il prof aveva passato il segno. Secondo quanto riferito dai ragazzi, il docente di lingua si sarebbe presentato più volte in aula ubriaco, si sarebbe rivolto agli studenti con termini offensivi e volgari e avrebbe imposto l'acquisto di un suo libro di testo, pena non solo l'esclusione dagli esami, ma perfino dalle lezioni, che sono pubbliche. Secondo i rappresentanti degli studenti però, "Baldry non è un caso isolato", perciò chiedono provvedimenti strutturali.

 

IL CASO BALDRY - Lo scorso ottobre è montato il vespaio: gli studenti hanno organizzato una raccolta firme contro Anthony Peter Baldry, ottenendo il sostegno dei rappresentanti del Coordinamento per il diritto allo studio (Udu) e del gruppo Kos. Un centinaio circa le sottoscrizioni alla petizione per l'allontamento del prof. Il caso è poi finito sulle scrivanie del senato accademico che, riferisce la portavoce del rettore Angiolino Stella, "nella seduta dello scorso 18 febbraio, dopo aver esaminato la relazione conclusiva della Commissione di garanzia, ha deliberato che il professor Anthony Baldry è responsabile della violazione dell'articolo 3 del codice etico dell'Ateneo (quello relativo ai dovere fondamentali di chi insegna in università, ndr)". La protesta era circolata anche su internet, sulla community di studenti Scuolazoo.com, che nei giorni scorsi riferisce di essere stata tempestata di mail per salutare l'espulsione del prof.

Dal primo marzo l'accademico non è più un insegnante dell'università pavese. A lui è stato irrogato il biasimo comportamentale del senato accademico. Saltano le sue lezioni ai corsi di laurea in Comunicazione, innovazione e multimedialità (Cim) afferente a Scienze della comunicazione, e Medicina e chirurgia (sia in italiano sia in inglese). Baldry, ordinario di lingua inglese e traduzione presso l'università di Messina, fino al 2008 è stato associato presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell'ateneo pavese.

La Commissione di garanzia, che ha acquisito la documentazione dei presidi delle facoltà di Scienze politiche e Medicina, riferisce come "tra il professor Baldry e gli studenti dei corsi a lui affidati si sia realizzata una situazione gravemente conflittuale. La commissione ritiene che la funzione didattica debba essere prima di tutto ispirata al rispetto degli studenti, in mancanza del quale non può realizzarsi un'efficace trasmissione del sapere scientifico".

 

"VOI ITALIANI NON CAPITE UN C...." - Una studentessa che frequentava i corsi di Baldry racconta che il docente "poteva fare una lezione "normalmente" ma si presentava la settimana dopo ubriaco, arrabbiatissimo e passava metà del tempo a urlarci che noi italiani siamo un "popolo di vigliacchi" che "non capiamo un c..." e che siamo "teste di c...". Nessuno ha mai osato rispondergli, anche perché ci minacciava con la promessa di un esame scritto di traduzione di un testo e poi orale con bocciatura al primo errore grammaticale".

La ragazza prosegue: "Sosteneva che fosse obbligatorio comprare due libri entrambi scritti da lui, bisognava portarli all'esame per dimostrare di averli comprati e averli sempre a lezione, cosa che in realtà non abbiamo fatto, opponendoci fin da subito con il sostegno di altri professori. Ma era anche peggio: durante il corso dovevamo svolgere dei compiti a casa, ricevuti via mail, farli a computer e rispedirli sempre via mail. Di fianco al campo "nome e cognome" c'era un campo in cui dovevamo inserire il codice del libro, in modo da dimostrare di averlo comprato. Siamo riusciti a rimandare lo scontro con il prof ottenendo di poter scrivere "I haven't it yet" o qualcosa del genere".

 

VITTORIA STORICA - Per i rappresentanti del Coordinamento per il diritto allo studio l'espulsione di Baldry è stata festeggiata come "una vittoria storica". "E' la prima volta che un provvedimento simile viene adottato dall'università di Pavia - spiegano -. Vorremmo sottolineare il fatto che il "caso Baldry" è una spia della necessità di istituire la figura del Garante degli studenti. Siamo contenti che si sia riusciti, con una procedura istituzionale e trasparente, a risolvere la situazione. Ma non è un caso isolato. Lo statuto prevede la figura del Garante degli studenti, per questo speriamo che questo fatto possa far comprendere all'ateneo l'importanza dell'istituzione di questo organo". Come direbbero gli inglesi: "Enough is enough".

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