Linarolo, 27 ottobre 2012 - Fascia tricolore ripiegata e maniche rimboccate. Quando occorre, il sindaco Pietro Scudellari sveste i panni del politico per indossare quelli dell’autista di scuolabus o dello spalaneve.

Sindaco, ma è proprio necessario?
«Sì. Il nostro Comune non ha logistiche o inceneritori, viviamo su poche attività artigianali che stanno compiendo uno sforzo per non lasciare a casa i dipendenti. Il nostro fiore all’occhiello sono le scuole: abbiamo 245 ragazzi che frequentano scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Per questo, su otto dipendenti comunali, due sono cuoche perché i pasti si confezionano in casa, non arrivano dall’esterno».

Otto dipendenti, pochi per un paese di 2.800 abitanti.
«Decisamente pochi, dobbiamo fare i salti mortali. Ciò significa che quando qualcuno si ammala, dobbiamo sostituirlo noi, perché se assumessimo un’altra persona, saremmo costretti ad aumentare le spese che le famiglie sostengono e non vogliamo farlo. Se l’autista è costretto a stare a casa, io mi metto alla guida. Ho la patente pubblica che proprio per questo motivo rinnovo ogni anno, visto che ho superato i 60 anni. Così, in estate ho potuto accompagnare in piscina i bambini del Grest facendo risparmiare le famiglie».

Quanto spendono le famiglie per lo scuolabus?
«Duecento euro l’anno per i residenti e 230 i non residenti. Durante l’anno scolastico garantiamo due viaggi con 60 bambini l’uno. Se dovessimo assumere un altro autista, saremmo costretti a rivedere le tariffe e per qualcuno potrebbe essere un problema, visto che l’anno prossimo aumenterà la Tarsu che si chiamerà Tares e comporterà una spesa di 0,30 centesimi al metro quadro, ma i Comuni potranno alzarla fino a 0,40. La gente non ne può più, non sa dove prendere i soldi».

Ma ci rimette, dovendo rinnovare la patente ogni anno.
«Sono circa 60 euro. Sinceramente vorrei poter fare anche di più, considerando che abbiamo sei disabili nelle nostre scuole. L’assistenza per loro costa 89mila euro, ma noi arriviamo fino a 28mila, così invece di 90 ore settimanali di sostegno, riusciamo a garantirne 27. Forse dovremmo restituire tutti la fascia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: non è possibile amministrare con questi tagli. Ora avremo le spese per il riscaldamento delle scuole».

E la sua indennità?
«Ho rinunciato al 20%. Prima prendevo 1.300 euro lordi al mese, con la decurtazione e le tasse arriverò a 600 netti. Ma abbiamo pure rinunciato ai rimborsi per cellulari e chilometrici: se usiamo l’auto, ci paghiamo la benzina».

di Manuela Marziani