Broni, 2 ottobre 2012 - Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Voghera dice no al giudizio abbreviato condizionato per gli ex manager Fibronit, aprendo così la strada ad un maxi processo che potrebbe andare avanti per anni. Si è svolta ieri mattina una nuova importante tappa del processo per disastro doloso e omicidio colposo che vede imputati dieci ex dirigenti della fabbrica di Broni, specializzata nella produzione di cemento amianto.

Presente in aula uno solo dei dieci, il 73enne Giovanni Boccini. Il gup Luisella Perulli ha rigettato la richiesta avanzata nei mesi scorsi dai legali degli imputati. Gli avvocati avevano chiesto per i loro assistiti il rito abbreviato condizionato a integrazione probatoria, cioè il giudizio breve (che prevede in caso di condanna uno sconto di un terzo della pena) subordinato a perizie tecniche e medico-legali. Integrazioni che ieri il giudice ha ritenuto incompatibili con il rito abbreviato.

«Le richieste erano incompatibili con il tipo di rito — ha spiegato l’avvocato Francesco Giambelluca, che rappresenta Provincia di Pavia e Comune di Broni — Pur con qualche timore per i tempi, riteniamo ineccepibile la decisione». La prossima udienza è stata fissata al 24 ottobre. In quella data il giudice sceglierà se rinviare a giudizio gli imputati e dare quindi il via al dibattimento. Questa fase potrebbe durare anche alcuni anni, data la mole del materiale prodotto e il grande numero di parti civili costituite, circa 250.

«Sono pienamente soddisfatto della decisione del giudice, e felice che si vada a dibattimento, così si scaverà bene a fondo della vicenda — ha raccontato Silvio Mingrino dell’Avani, Associazione vittime amianto nazionale italiana —. Come rappresentante delle vittime non sono mancato a nessuna udienza. Mi dispiace che il primo cittadino di Broni non fosse presente alla lettura della decisione del giudice». Presenti in aula anche molti familiari delle vittime, che nelle scorse udienze si erano costituiti parti civili.

di Nicoletta Pisanu