Pavia, 21 luglio 2012 - Un milione e mezzo di euro alla famiglia di un imprenditore alessandrino morto di Aids nel 1992, per una trasfusione al San Matteo di Pavia avvenuta sette anni ptima. A risarcire i familiari saranno, in solido, l’ospedale e il ministero della Salute.

L’uomo, sposato con due figli, aveva scoperto di essere malato nel 1991 ed era poi deceduto un anno dopo all’età di 59 anni. Secondo quanto ricostruito dai legali della famiglia in diversi anni di indagini, gli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone, l’uomo nel 1985 si era sottoposto a un intervento di bypass nell’ospedale pavese durante il quale era state effettuate delle trasfusioni.
 

Per l’accusa infatti, quel sangue non era stato testato e l’ospedale non aveva chiesto il consenso alle trasfusioni. Inoltre il ministero, spiegano gli avvocati, non aveva diramato la circolare per l’uso dei test per il controllo del sangue, già in utilizzati in quel periodo in via sperimentale in diversi ospedali italiani ed europei.
 

Il risarcimento è stato stabilito da una sentenza della Corte d’Appello di Torino che ha confermato un verdetto di primo grado del 2009. ''E' solo uno dei 6600 casi di pazienti che hanno contratto malattie a causa di trasfusioni - spiegano gli avvocati Ambrosio e Bertone - e questo è uno degli otto risarcimenti più alti ottenuti in questo campo in Italia''.