Milano, 26 aprile 2012 - Ammette di aver preso soldi anche dal ‘’Fatebenefratelli’’ e dalla ‘’clinica di Ligresti’’ l’uomo d’affari lodigiano Pierangelo Daccò, arrestato per il dissesto del San Raffaele e in seguito per l’indagine sulla Fondazione Maugeri. Davanti al gip Vincenzo Tutinelli e poi al pm Antonio Pastore, Daccò indica da quali ‘’altre strutture operanti nella sanita’ in Lombardia o altrove’’ ha ‘’ricevuto altro denaro’’.

Se con il Fatebenefratelli avrebbe collaborato nel 2002, e non ha specificato per quale cifra, dalla non meglio definita clinica di Ligresti avrebbe ricevuto nel 1990 ‘’ottanta milioni’’ di lire ‘’per una cosa che non mi ricordo’’. Solo in un momento successivo dell’interrogatorio Dacco’ ricorda: ‘’Si’. Si’. E poi c’e’ stata una... come dire, uno spot per il dottor Antonio Ligresti, quando c’e’ stato il problema della camera iperbarica al Galeazzi’’.
Il ‘’problema’’ e’ l’incendio che il 31 ottobre 1997 ha causato la morte di dieci pazienti e un infermiere e per il quale Antonino Ligresti, e’ stato infine condannato a 3 anni di carcere per concorso in omicidio colposo plurimo e omissione delle norme sulla sicurezza.

Per risolvere gli incarichi che gli venivano dati dalla Fondazione Maugeri, Pierangelo Daccò, il lobbista della sanità arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul San Raffaele di Milano e per l’indagine sulla Fondazione Maugeri con sede a Pavia, si rivolgeva direttamente al “direttore generale” e qualche volta “all’assessore” alla Sanità. Lo ha dichiarato lo stesso Daccò al gip Vincenzo Tutinelli, nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto del 13 aprile. In particolare Daccò si riferisce a Carlo Lucchina, direttore generale alla Sanità.

Anche a lui davo un pacco a Natale e colomba a Pasqua - spiega Daccò - Addirittura c’è stato un anno o due che li ha rifiutati perché c’era aria che non si poteva più dare il pacco con dentro il vino, i fichi secchi, il panettone”. “Integerrimo - commenta ironico il gip - ... se mandava indietro il pacco col vino”. Daccò: “Lucchina me l’ha mandato indietro due anni, gli altri no. Poi dopo l’ha ripreso. Ha visto che insistevo anche lì”. Alla domanda: “Ha mai dato denaro a soggetti collegati alla Regione Lombardia?”, Daccò ha risposto: “Io in vita mia non ho mai dato denaro a nessuno, se non purtroppo a una persona che non c’è più”.