Pavia, 22 dicembre 2011 - Chiusa in un sacco nero e gettata nelle gelide acque di un fiume. Un pastore maremmano ha visto finire così la propria vita, ucciso da quella che, forse credeva una mano pronta a tutto per difenderla.

L’ha trovata lungo gli argini del Ticino a Pavia, in zona Canarazzo, un ragazzo che sabato aveva portato il suo cane a correre e ha chiamato l’Enpa. «Dovevo dirlo a qualcuno...» ha detto sconvolto. Domenica mattina, il personale dell’Azienda sanitaria locale ha effettuato il recupero dell’animale e i rilievi sul terreno. In seguito sono state eseguite 14 analisi radiologiche che però, purtroppo, non sono riuscite a ricostruire la storia del povero animale. Hanno solo stabilito che era una femmina di al massimo due anni.

Dall'esame della dentatura poi si è scoperto un trauma facciale a seguito del quale il cane ha perso un dente mediano destro. Impossibile, però, riuscire ad eseguire un’autopsia. Questo a causa dell’avanzato stato di decomposizione degli organi interni della povera bestiola. Da questo si è supposto che il corpo abbia trascorso parecchio tempo in acqua, escludendo il deposito sul luogo del ritrovamento.

«Non aveva microchip né tatuaggi — ha detto la presidente dell’Enpa, Maria Vincenza Tardino — quindi nulla che ci possa far risalire a un proprietario. È stato comunque prelevato un campione biologico di pelo per effettuare, nel caso di indagini, comparazioni genetiche. Vogliamo dare un nome al suo aguzzino». Di quella cucciolotta, quindi si sa ancora poco, ma l’Enpa lancia un appello: «Chiunque avesse delle informazioni, di qualsiasi genere, ce le fornisca. Vorremmo risalire all’autore dell’abbandono ed eventualmente a formulare un’ipotesi di reato. Se l’animale è stato ucciso o ha sofferto, è giusto che il responsabile paghi».L’invito è di raccontare agli inquirenti di eventuali sparizioni sospette di cani pastori maremmani. Qualsiasi segnalazione potrebbe portare a una svolta.

manuela.marziani@ilgiorno.net