Vigevano, 27 novembre 2011 - Arrestato per estorsione e rapina. Con un ricatto a sfondo sessuale, su un presunto rapporto omosessuale con un minorenne.
Gaber Alì Darwish El Sayed, 23enne egiziano, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Vigevano, per i reati di estorsione (in flagranza) e rapina. La trappola all’estorsore è scattata venerdì, ma la vicenda è andata in scena lo scorso 12 novembre.

Un 27enne di Tromello, mentre percorreva sulla sua auto via Volta a Vigevano, nei pressi di Parco Parri, si era infatti fermato a soccorrere un ragazzo che ha raccontato di aver trovato disteso a terra, in stato confusionale. Mentre lo accompagnava in ospedale, però, s’era trovato la strada sbarrata dal 23enne egiziano, in piedi in mezzo alla carreggiata, e non aveva potuto evitare di fermarsi, perché un’auto lo seguiva e gli impediva di fuggire in retromarcia.

Il ragazzo che era stato soccorso, improvvisamente rianimato, era così sceso dall’auto, facendo salire a bordo il complice 23enne egiziano, che aveva aggredito verbalmente l’automobilista, accusandolo di aver violentato il fratello minorenne.
Preso alla sprovvista, forse per evitare reazioni violente da parte dell’egiziano, il 27enne lomellino era cascato nel tranello, arrivando persino a firmare un foglio (già abilmente preparato dal ricattatore) con una sorta di “confessione”delle presunte violenze sessuali ai danni del ragazzino.

Anche una ripresa video fatta con il telefono cellulare dell’estorsore confermava la confessione della violenza ai danni del minorenne. Con quelle armi di ricatto in mano, l’egiziano s’era fatto così consegnare il bancomat (facendosi dire il codice “pin”) e 100 euro in contanti (per questo l’ipotesi di reato di rapina). E aveva poi intimato al 27enne di portargli 5mila euro entro il 17 novembre, altrimenti avrebbe portato le “confessioni” - scritta e filmata- alle forze dell’ordine.

Alla scadenza del 17 novembre il 27enne ha consegnato 1.750 euro, che però non bastavano. Alla seconda consegna, di mille euro, la vittima del ricatto si è presentata con i carabinieri, che avevano precedentemente segnato le banconote, arrestando così l’egiziano in flagranza per il reato di estorsione.
Indagini sono ancora in corso da parte dei carabinieri su un sistema d’estorsione che sembra ben collaudato, forse anche nell’ambito di un presunto giro di prostituzione omossessuale minorile.