Broni, 18 ottobre 2011 - «L’aumento della produttività alla Fibronit di Broni è strettamente legato alle commesse arrivate, attraverso la Fibronit di Casale Monferrato, dalla Eternit Austria». Silvio Mingrino, presidente dell’Avani (Associazione vittime amianto nazionale italiana) e dalla fine di settembre anche coordinatore per la Lombardia dell’Onlus Ona (Osservatorio nazionale amianto), ha presentato ieri alla Procura di Torino una denuncia indirizzata al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello.

 

Il dossier, presentato poi nel pomeriggio in conferenza stampa a Torino sia da Mingrino che dall’avvocato Ezio Bonanni (legale delle associazioni vittime e presidente nazionale Ona) vuole fornire nuovi spunti d’indagine sia per l’inchiesta Eternit-bis di Torino, sia per il caso Fibronit del quale si sta occupando la procura di Voghera. Mentre è proseguito ieri, con le arringhe delle difese, il processo principale a Torino per disastro ambientale, che vede imputati il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier (considerati dall’accusa al vertice della multinazionale dell’amianto, per i quali la procura di Torino ha chiesto 20 anni di carcere), la stessa procura torinese sta proseguendo l’inchiesta-bis per omicidio colposo, ma nella quale potrebbe scattare l’ipotesi di reato doloso, magari con la formula del “dolo eventuale”, come già ipotizzato anche dalla procura di Voghera per il caso Fibronit. Proprio nei confronti di Schmidheiny e De Cartier è stata presentata ieri la denuncia dell’Avani-Ona.

 

«Abbiamo presentato le prove — spiega Mingrino — che la Eternit Austria e la Fibronit hanno avuto uno stretto rapporto di lavoro». E sottolinea: «La Eternit, dopo il fallimento del 1986, ha continuato a far produrre e a commercializzare manufatti in cemento-amianto attraverso la Fibronit, che aveva sede legale a Casale Monferrato, che a sua volta passava le commesse alla Fibronit di Broni». Con la conseguenza che «aumentava la produzione di manufatti in cemento-amianto ala Fibronit di Broni, quindi sono aumentate le polveri d’asbesto sottoponendo gli operai Fibronit e la popolazione di Broni e dei paesi vicini come Stradella, Portalbera e Arena Po, a un’esposizione massiccia e continua della polvere killer».

 

«Il fatto che è emerso — aggiunge Mingrino — è da ritenersi un’aggravante per i 10 indagati nell’inchiesta Fibronit della procura di Voghera». E conclude: «Nonostante l’impegno della Procura di Voghera, a mesi dalla chiusura delle indagini preliminari, ancora oggi non è stata fissata la data dell’udienza preliminare per la decisione sul rinvio a giudizio. Stiamo assistendo a una giustizia fantasma».