Broni, 27 agosto 2011 - Anticipata nei tempi e accelerata nei ritmi quotidiani per evitare le ore più calde, la vendemmia in Oltrepò è già praticamente conclusa per il Pinot nero. La raccolta a mano delle uve per le basi spumante, il Metodo classico Dogc con la punta dell’eccellenza nella vinificazione naturalmente in rosa del Cruasé, ma anche per i rossi da invecchiamento che nulla hanno da invidiare ai cugini francesi di Borgogna, era iniziata già prima di Ferragosto (in alcuni vigneti già il 10 agosto) e s’è ora conclusa con un’accelerazione dei tempi, sia per evitare che il caldo eccessivo facesse “asciugare” troppo gli acini, sia per evitare il rischio dei danni di temporali con grandinate, attesi infatti da ieri sera.

 

L’ondata di caldo che ha caratterizzato in particolare l’ultima settimana ha provocato non poche apprensioni nelle 3.200 aziende oltrepadane e fra gli 11mila addetti del settore, tanto che nei vigneti è andata in scena una raccolta “part-time”, con inizio all’alba e termine già prima di mezzogiorno, per evitare le ore più calde. «Le uve raccolte sono sane e di ottima qualità» commenta il presidente del Consorzio tutela vini Oltrepò pavese, Paolo Massone, che già all’avvio di vendemmia aveva pronosticato «qualità altissima e quantità nella media». I numeri della vendemmia 2011, nei 13.500 ettari vitati in Oltrepò (di cui 3mila ettari di Pinot nero) parlano di 250mila quintali di Pinot nero, per oltre 170mila ettolitri tra basi spumanti e rossi.

 

«In un contesto che ci vede protagonisti per la spumantistica — dice Carlo Alberto Panont, per anni direttore del Consorzio e ora direttore generale del centro di ricerca Riccagioia — i produttori devono aumentare la rivendicazione di uve Pinot nero Docg, l’arma vincente di un territorio in cerca di rilancio. Per non farsi schiacciare, bisogna spingersi in alto, sfruttando le armi che non tutte le zone vitivinicole italiane possono vantare. L’Oltrepò è una delle più grandi zone viticole al mondo, bisogna capire che la nostra risorsa e il nostro futuro benessere è nella testa dei produttori e non solo nei nudi e crudi dati di mercato». E, pensando al futuro, in Oltrepò s’è tornato a parlare, forse con più convinzione di qualche anno fa, di fusioni tra le 4 cantine sociali: Terre d’Oltrepò (nata nel 2008 dalla fusione tra le cantine di Broni e Casteggio), Torrevilla, La Versa e Canneto.