Le case per i terremotati fatte a Pavia? A L'Aquila stanno già cadendo a pezzi

Tragedia sfiorata in una frazione abruzzese. I residenti degli altri appartamenti ora sono invitati a "non uscire sul terrazzino" prima di ulteriori controlli di Manuela Marziani

Il balconcio crollato a L'Aquila (Ansa)

Il balconcio crollato a L'Aquila (Ansa)

Pavia, 3 settembre 2014 - Da una frazione de L’Aquila, in Abruzzo, fino a Pavia. La tragedia sfiorata ieri mattina a Cese di Preturo, dove un balcone posto al secondo piano della palazzina è crollato, schiantandosi sul balcone del piano di sotto, è rimbalzata a diversi chilometri di distanza. La palazzina, infatti, appartiene al Progetto “Progetto C.a.s.e.” (Complessi Anti Sismici Ecocompatibili) realizzato dopo il sisma del 2009 del quale è responsabile il direttore di Eucentre, Gian Michele Calvi. Per fortuna al momento del crollo, sul balcone non si trovava nessuno. La famiglia che abitava al primo piano, però, è stata sgomberata e al piano sono stati apposti i sigilli alla porta del balcone precipitato. Inoltre, sono state invitati gli altri aquilani che abitano negli alloggi dello stesso tipo a non uscire sui balconi, in attesa dei controlli.

Oggi si svolgeranno le analisi perché c’è il sospetto che il difetto sia costruttivo. Così tornano ad accendersi i riflettori 19 cosiddette “new town” costruite dopo il terremoto per dare un tetto a 16mila aquilani rimasti senza casa. Diciannove villaggi realizzati fuori dalla “zona rossa”, nei quali sono stati realizzati 4.449 appartamenti. “New town” sono state ribattezzate e su quelle si sono concentrate fin da subito le attenzioni dei giudici. Sotto accusa sono finiti i 4.896 isolatori (su 7.300 totali), costati oltre 7 milioni di euro, utilizzati per la realizzazione degli alloggi. 

Dispositivi di materiale differente rispetto al capitolato che - stando a quanto sostiene la Procura aquilana - al momento del montaggio non possedevano i necessari certificati di omologazione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Coinvolto nell’inchiesta anche Gian Michele Calvi, che nel corso del montaggio degli isolatori antisismici non avrebbe controllato a dovere se i dispositivi fossero o meno quelli previsti. Difeso dall’avvocato Alessandra Stefano, il docente pavese è stato rinviato a giudizio per frode nelle pubbliche forniture. Il processo, cominciato ad aprile, è stato subito rinviato. Quando riprenderà, accanto a Calvi che con altri componenti della “Commissioni grandi rischi” è già condannato a sei anni per avere dato informazioni rassicuranti sul sisma (l’appello ci sarà in autunno), comparirà davanti ai giudici Agostino Marioni, amministratore della ditta Alga Spa, che ha fornito gli isolatori e ha lo stabilimento a Montebello della Battaglia, in Oltrepo.