Maugeri: cambio contratto o rischiamo il fallimento

Pavia, tavolo istituzionale sul taglio degli stipendi. «La misura fa recuperare 2 milioni di euro solo nel 2014 senza alcun licenziamento» di Manuela Marziani

Il presidio dei lavoratori della Fondazione Maugeri a Pavia

Il presidio dei lavoratori della Fondazione Maugeri a Pavia

Pavia, 15 luglio 2014 - «Al momento non ci sono alternative rispetto a un passaggio dal contratto della sanità pubblica a quello della sanità privata. Abbiamo aperto un tavolo istituzionale, ma non esistono possibilità diverse da quelle prospettate». Il presidente della fondazione, Aldo Maugeri, al termine dell’incontro avuto con il sindaco Massimo Depaoli, l’assessore alla Sanità Laura Canale e il consigliere con delega ai problemi occupazionali Davide Ottini, il presidente della Provincia Daniele Bosone, il deputato del Pd Chiara Scuvera e il consigliere regionale Giuseppe Villani, ha sintetizzato quanto emerso dal confronto. «Il rischio per la fondazione è quello di chiudere il conto economico 2014 in negativo — ha spiegato Ottini — che comporterebbe il fallimento del gruppo perché una fondazione non ha soci azionari».

Diversi i fattori che hanno portato a questo punto, da una situazione patrimoniale scoperta nel 2012 differente da quella che fino a quel momento si pensava, a una riduzione del budget per la spesa sanitaria arrivata tra febbraio e marzo, fino ai tagli ai rimborsi per le prestazioni speciali. Di fronte a questa situazione il presidente Maugeri e il direttore Alberto De Matthaeis hanno ritenuto che l’unico provvedimento da adottare, seppur a malincuore, fosse il passaggio da un contratto all’altro. Anche perché la Maugeri è l’unica in Italia in cui il costo per il personale incide per il 60% sul bilancio, con un costo di 170 milioni. La misura consentirebbe di recuperare 4 milioni, circa 2 in questo 2014, per mettere a posto i conti senza prevedere esuberi o vendite a privati. «Noi abbiamo chiesto la revoca del provvedimento — ha proseguito Ottini — mettendoci a disposizione per soluzioni diverse come i tagli dei costi o l’aumento del fatturato. Se, per esempio, avessimo tempo, potremmo aiutare la Maugeri ad acquisire quelle funzioni speciali che non ha, come le funzioni cardioriabilitative. Inoltre, potremmo impegnarci per ottenere lo sblocco dei fondi per la ristrutturazione di Montescano (10 milioni) e Tradate (8 milioni) promessi dalla Regione e mai arrivati per problemi burocratici. Accanto a tutto questo, si potrebbe anche pensare a un contributo di solidarietà, ma sembra che le banche preferiscano manovre strutturali a interventi una tantum». Se non interverranno fatti nuovi, il tavolo istituzionale si riunirà ancora in settembre. manuela.marziani@ilgiorno.net