Chiara Poggi sette anni dopo, la mamma: "Questa casa ci parla di lei e per lei vogliamo giustizia"

Sette anni da quel lunedì 13 agosto, quando Chiara Poggi venne uccisa a Garlasco. Colpita, massacrata con un’arma improvvisata. A scoprire il corpo, il fidanzato Alberto Stasi, a oggi l’unico indagato. Sette anni dopo Rita Poggi non è cambiata. Niente è cambiato per la madre di Chiara. Dolce e forte. Chiusa nel suo dolore e nella granitica convinzione che esiste un solo colpevole: Alberto Stasi di Gabriele Moroni

Chiara Poggi

Chiara Poggi

Garlasco (Pavia), 12 agosto 2014 - Sette anni dopo. Sette anni da quel lunedì 13 agosto, quando Chiara Poggi, stagista di 26 anni, venne uccisa nel suo villino in via Pascoli a Garlasco. Colpita, massacrata con un’arma improvvisata, un corpo contudente mai trovato che le si è abbattuto più volte sul capo. A scoprire il corpo, il fidanzato Alberto Stasi, 24 anni, laureando alla Bocconi di Milano, a oggi l’unico indagato, l’unico processato. Sette anni dopo Rita Poggi non è cambiata. Niente è cambiato per la madre di Chiara. Dolce e forte. Chiusa nel suo dolore e nella granitica convinzione che esiste un solo colpevole: Alberto Stasi

Signora Poggi, domani sarà un altro 13 agosto. «Passerà anche questo giorno. I ricordi tornano ogni giorno, negli anniversari sono più forti, se possibile più dolorosi. Ma tornano alla mente anche i ricordi belli. Voglio conservare quelli. Sono tanti. Ringrazio di averli, di avere vissuto certi momenti».

I giudici dell’appello hanno accolto le vostre richieste come parte civile e quelle dell’accusa. Cos’è cambiato per voi? «È stato accolto tutto quello che chiedevamo. L’ho detto e lo ripeto a distanza di mesi: finalmente hanno capito e ci hanno ascoltato».

La verità? «È una sola. È negli atti del processo. La mia idea non cambia. Voglio che esca la verità. È dovuto a mia figlia, a lei per prima».

In questa casa ci sono cose che le ricordano Chiara più di altre? «Ogni cosa me la ricorda. È tutto come lei lo ha lasciato. La casa. La sua camera. Il giardino. Il prato. Tutto la ricorda. Per fortuna c’è qualcuno che mi aiuta dal Cielo e cerca di non farmi pensare ai momenti brutti». 

Il soggiorno, quella scala della cantina.  «Certo, i momenti più tremendi sono stati qui dentro. Ma abbiamo voluto tornare lo stesso ad abitarci».

Cosa vi ha spinto? «É la casa di Chiara. È la nostra casa. Ho sempre voluto tornare. Non aveva nessun senso scappare, andare da un’altra parte».

Chiara Poggi verrà ricordata domani sera alle 21 con una messa nella chiesa parrocchiale di Garlasco. La Cassazione ha annullato l’assoluzione di Alberto Stasi, pronunciata dal gip di Vigevano, Stefano Vitelli, e ribaditata dall’Appello milanese. Il nuovo processo si svolge davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Milano che ha disposto una serie di perizie. Un giallo nel giallo. Tempo fa, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che rappresenta la famiglia Poggi, ha presentato una memoria nella quale sostiene che i pedali della bicicletta nera da donna (fatta sequestrare dalla Corte) sono stati scambiati con quelli della bicicletta da uomo bordeaux marca “Umberto Dei” di Alberto Stasi. Su questi ultimi erano state trovate tracce biologiche della vittima. «A questo - dice Tizzoni - si aggiunge un particolare non da poco. La vicina di Chiara, Franca Bermani, quella mattina scorse una bici nera da donna con portapacchi accanto alla casa della ragazza».

gabriele.moroni@ilgiorno.net