Zandalasini, da Broni alla vetta d'Italia: "Sacrifici e sogni, punto al massimo"

Cecilia Zandalasini ha trascinato le azzurre Under 20 all'Europeo arrivate a un soffio dall'oro e ha giocato due stagioni eccellenti con Schio. Il sogno resta sempre al stelle e strisce

Cecilia Zandalasini

Cecilia Zandalasini

Milano, 26 luglio 2016 - E' il personaggio del momento del basket femminile. Cecilia Zandalasini ha saputo portare fuori la pallacanestro in rosa dalla sua nicchia e con le sue prove superlative agli Europei Under20 ha portato le azzurrine agli onori della cronaca dominando un torneo nel quale l'Italia è arrivata davvero ad un passo dall'oro (che in realtà è ben più di un banale secondo posto). Piace perchè è giovane, piace perchè ha personalità, piace perchè non ha avuto paura di prendersi le responsabilità quando c'è stato bisogno di lei. Diventerà una campionessa, non ci sono dubbi. A soli 20 anni per lei ci sono già due scudetti con Schio, più un'infinità di vittorie a livello giovanile, ma anche già 24 presenze nella nazionale maggiore nella quale ha esordito a soli 16 anni. Una ragazza lombarda, che viene dall'Oltrepò, esattamente da Broni, e che è riuscita ad uscire dal guscio. La ribalta l'hai avuto ancora di più con la maglia azzurra, quali le tue emozioni? "E' un'altra cosa dal club, ti dà una forza ulteriore rappresentare la nazione, ti dà una voglia di fare incredibile". Quel che ha colpito del recente europeo è stata la sua capacità di cambiare passo quando "conta". Cosa le scatta? "In squadra sapevo di avere un ruolo importante già dalla preparazione ovviamente, ma questo è cresciuto ancora di più quando Marzia (Tagliamento, ndr, l'altra ragazza dell'U20 che ha esordito in Nazionale A) si è infortunata al ginocchio. Le responsabilità non mi sono mai pesate, anzi mi piace. In quei momenti mi ha aiutato avere la fiducia di tutti, così era più facile. E poi pensavo che sarebbe stato l'ultimo europeo a livello giovanile e volevo chiuderlo al meglio". Ci racconti come è arrivata a questo punto della sua carriera. «Ho dovuto fare tanti sacrifici, soprattutto dal punto di vista logistico per crescere al meglio. Dopo essere cresciuta nella mia Broni per fare il salto di qualità si è reso necessario il trasferimento al Geas Sesto San Giovanni. 140 kilometri al giorno, tutti i giorni, ma nel basket femminile le squadre sono poche, è inevitabile. E poi a 18 anni, due anni fa, ho lasciato casa per andare a giocare a Schio, dove ho vinto due scudetti, ma ho anche preso la maturità scientifica". Sono state due stagioni ad altissimo livello. Qual è stato l'impatto con le "grandi"? "Il passaggio dalle giovanili al basket senior non è mai facile. E' proprio un altro basket. Al di là della fisicità, è molto più tattico. Devo dire che mi sento fortunata ad essere arrivata a Schio, ero un po' spaventata per l'altissimo livello della squadra, avevo paura di non riuscire a guadagnarmi minuti, oltre alla novità di vivere da sola. E invece tutti mi hanno aiutato e mi hanno fatto sentire come a casa per davvero". A Schio ha giocato con Macchi e Masciadri, che hanno vissuto l'esperienza della WNBA, quanto ci pensa all'America? "Se dovesse un giorno arrivare la chiamata onestamente sarei già là in un nanosecondo. E' quello a cui in realtà ambiscono tutte le giocatrici, giocare al massimo livello. Con Macchi e Masciadri ho un buon rapporto, mi danno sempre tanti consigli, per me è come andare a scuola". Quali gli obiettivi per la prossima stagione? "Cercare di guadagnarmi ancora più spazio rispetto ai questi primi due anni (circa 15 minuti a gara, ndr) per dare ancor di più anche una mia impronta sulla squadra. Per la Famila ovviamente vogliamo mantenere le nostre conquiste e provare a vincere tutto in Italia, oltre a provare a fare un altro passettino in più in Eurolega dopo i quarti di finale di quest'anno". La forza dei campioni è quella di migliorarsi sempre, lei su cosa pensa di dover crescere? "In difesa davvero tante cose per stare al massimo livello europeo, in attacco soprattutto il palleggio e l'uso della mano sinistra, quella debole". C'è il rischio di dimenticarsene, ma resta pur sempre una ragazza di 20 anni. Quali sono i suoi sogni? "Per ora penso al basket e il sogno è davvero raggiungere gli Stati Uniti. Mancano ancora tanti passi, ma ci punto per davvero". Abbiamo imparato a conoscere Zandalasini sul campo, ma di Cecilia si conosce poco. Cosa fa quando non è sul parquet? "Non è che il tempo libero sia molto e in quello mi piace uscire con gli amici, anche in questi due anni a Schio si è creata una bella compagnia. E quando sono a casa disegno, faccio qualche schizzo, mi libera la mente". Nata e cresciuta a Broni, ora come vivrai la tua prima volta da avversaria in A1? "Io ho un ottimo rapporto con la mia città, sono tutti molto orgogliosi di me e io a chiunque me lo chieda non esito a dire che sono di Broni. Ci tengo. Sul campo sarà strano penso, ma non riesco ad immaginarlo per davvero le emozioni che avrò, in realtà lo scoprirò davvero quando entrerò nello spogliatoio, per la prima volta in quello delle ospiti".