Bar Italia, cinquant’anni tra la gente: "E ora stacchiamo le slot machine"

Pavia, senza ricevere incentivi. Folla e musica in corso Garibaldi

In strada sono stati proposti i giochi di una volta ed è spuntato un calciobalilla (Torres)

In strada sono stati proposti i giochi di una volta ed è spuntato un calciobalilla (Torres)

Pavia, 27 giugno 2016 - C'era davvero tanta gente ieri in corso Garibaldi a festeggiare i 50 anni del bar Italia. Un compleanno celebrato anche rinunciando alle slot. Senza nessun incentivo, con solo un contributo del Comune che ha inserito la manifestazione di ieri nel calendario delle iniziative nei quartieri NoSlot. Per l’occasione è stato chiuso al transito il tratto di corso Garibaldi davanti allo storico bar, che ha letteralmente invaso la strada non solo con i tavoloni e lo spazio riservato ai tre gruppi che si sono alternati, dall’orario del pranzo a tutto il pomeriggio, nel proporre musica dal vivo e poi il dj-set serale.

Più che simbolica la presenza in strada anche di un calciobalilla, dove si sono vissute sfide appassionate a un gioco vero, senza nessun azzardo. Persone di tutte le età, molti giovani ma anche non più giovanissimi, qualche curioso che si ferma per strada ma soprattutto tanti clienti abituali. L’anima, oltre che il titolare, del bar Italia oggi è Matteo Tacchinardi, classe 1982, nipote di Ettore Protti che comprò il locale nel 1966. Insieme alla madre Laura (figlia di Ettore Protti) ieri è stato impegnato in una giornata di superlavoro, senza un attimo di sosta tra il bancone e i tavoli esterni: la festa davvero riuscita, per chi ha lavorato, è stata anche estenuante, oltre che gratificante. Impossibile riuscire a bloccare il giovane titolare, disponibile e sorridente ma sempre dietro al bancone. «Questo bar è come una famiglia - commenta la madre Laura - oggi sono qua i nipoti di chi veniva quando lo ha preso mio padre, ci sono i figli dei suoi vecchi amici e i loro figli».

Per l’occasione è stato rispolverato il Club dei «Senza sug», letteralmente senza cervello, con la mascotte rappresentata da un uomo col cilindro ma il vuoto al posto della testa, usato ieri per fotografie e selfie in cui ognuno metteva il suo volto dietro il cartonato a grandezza naturale. Il cervello però il titolare lo ha usato non solo per organizzare la riuscita festa ma anche per aderire alla battaglia NoSlot, staccando la spina alle ‘macchinette’ che secondo lo psicologo Simone Feder si sono insinuate negli ultimi anni in spazi di socialità, come appunto i bar, veicolando l’azzardo che poi rischia di diventare patologico. «Riappropriamoci dei nostri spazi» è il motto NoSlot che sta alla base proprio delle iniziative nei quartieri organizzate dai locali insieme al Comune, come la festa di ieri per il compleanno del bar Italia. «Abbiamo creato una sinergia – commenta l’assessore alle Politiche sociali, Alice Moggi – mettendo in collegamento i bar con le associazioni». «Alcuni titolari – aggiunge la vice-sindaco e assessore al Commercio, Angela Gregorini – all’inizio erano un po’ dubbiosi, adesso ci cercano per organizzare iniziative. Il nostro progetto sta dando buoni risultati, anche più dei contributi destinati agli esercizi che rinunciavano alle slot». E così Pavia non è più la Las Vegas d’Italia, ha perso il primato di concentrazione delle slot, che sono diminuite.

stefano.zanette@ilgiorno.net