Scandalo Asm, tutti i dirigenti sapevano del giro di fatture false

Pavia, il coinvolgimento dei manager emerge dalle carte dell'interrogatorio di Pietro Antoniazzi, ex direttore amministrativo di MANUELA MARZIANI

La guardia di finanza davanti alla sede di Asm

La guardia di finanza davanti alla sede di Asm

Pavia, 5 febbraio 2016 - Un giro di fatture complesso per sistemare i bilanci del quale anche i dirigenti di Asm erano informati. Dalle carte dell’inchiesta che mercoledì ha portato in carcere quattro ex dirigenti di via Donegani (il presidente Giampaolo Chirichelli, il direttore generale Claudio Tedesi, il presidente di Asm Lavori Luca Filippi e l’ex direttore amministrativo Pietro Antoniazzi), mentre un’ex impiegata (R.C.) risulta indagata, emerge che tutti all’interno dell’azienda sapevano che cosa stesse accadendo. A cominciare ovviamente dai dirigenti dei vari settori. L’ex direttore amministrativo di via Donegani, Pietro Antoniazzi lo dice chiaramente in un interrogatorio. Rispondendo alla domanda del pubblico ministero Mario Venditti su chi fosse a conoscenza del meccanismo, l’ex direttore amministrativo Pietro Antoniazzi ha risposto che "le impiegate facevano esattamente quanto veniva detto loro dal presidente di Asm Lavori, Luca Filippi e da me per Asm. I dirigenti di ciascun settore invece mettevano la firma su ogni richiesta d’ordine che si trasformava in ordine".

I passaggi erano diversi, quando arrivava una richiesta d’ordine questa veniva firmata dal responsabile di settore, nel momento in cui si trasformava in ordine veniva inserito nel sistema e, se l’importo della fattura era superiore ai 10mila euro era lo stesso direttore generale Claudio Tedesi a firmarlo, se era inferiore era Pietro Antoniazzi. Le fatture di Asm Lavori seguivano lo stesso iter e l’azienda veniva considerata come un normale fornitore, non una controllata. L’obiettivo sembra fosse quello di sistemare i bilanci soprattutto di Asm Lavori. "Una consuetidine" secondo Antoniazzi che avveniva anche prima del suo arrivo nel 2011. E non solo all’interno di via Donegani. Nell’esaminare i fatti contestati, infatti, emerge anche la genesi del meccanismo degli storni delle fatture, relative soprattutto al ‘verde’ emesse da Asm Pavia nei confronti del Comune per pagamenti molto vecchi. Soldi che il Mezzabarba non voleva versare. "Un servizio in perdita" viene definito. Ma tanto chi doveva controllare, non lo faceva.

Tra fatture pagate per lavori mai eseguiti e fatture gonfiate, è evidente che gli organi di vigilanza che avrebbero dovuto effettuare le opportune verifiche, non lo facevano. Così sono spariti 2 milioni di euro. Per questi fatti, quattro mesi fa è stato arrestato l’ex direttore amministrativo Pietro Antoniazzi, 51 anni, al quale l’altro giorno è stata notificata in carcere ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, Erminio Rizzi. Chirichelli, 59 anni, invece, è stato portato nel carcere di San Vittore e il 45enne Luca Filippi a Voghera. Arresti domiciliari, infine, per il 56enne Tedesi. Per tutti l’accusa è peculato e gli arresti, secondo il magistrato, sono giustificati dal pericolo di inquinamento delle prove e, limitatamente ad Antoniazzi, anche dal pericolo di fuga.

di MANUELA MARZIANI