Amianto killer all'Alfa Romeo: l'ex Fiat Cantarella a processo

Il manager risponderà di omicidio colposo plurimo insieme all'ex presidente Giorgio Garuzzo e ad altri 4 dirigenti di Marinella Rossi

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Milano, 24 luglio 2014 - Quindici morti per amianto all’Alfa di Arese, il gioiello dell’industria automobilistica italiana: ne risponde una vecchia guardia della Fiat che il giudice dell’udienza preliminare Simone Luerti manda a processo per concorso in omicidio colposo plurimo davanti alla nona sezione del tribunale a partire dal 5 novembre, tagliando dal dibattimento futuro cinque decessi avvenuti prima del 2004 in quanto prescritti. Sono l’ex amministratore delegato di Fiat Auto, Paolo Cantarella, e l’ex presidente Giorgio Garuzzo, cui si aggiungono quattro dirigenti e quadri: Piero Fusaro, Corrado Innocenti, Vincenzo Moro e Giovanni Battista Razelli. Unico prosciolto dal gup è Luigi Francione al quale, come presidente di Alfa Lancia dal 22 giugno 1990 al 30 gennaio 1991, non viene attribuita una responsabilità omissiva, per via della breve durata della sua carica.

L'accusa, sostenuta in questo come in altri procedimenti per morti da mesotelioma pleurico dal pubblico ministero Maurizio Ascione, indica nei comportamenti dell’asset dirigenziale l’assoluta mancanza di cautele nella linea di produzione quanto la mancata informazione sui gravi rischi per la salute data ai lavoratori, in fabbrica tra gli anni Ottanta e Novanta e morti dal 2000 al 2013. È del 1992 la legge 257 che mette fuori legge l’amianto come materiale altamente cancerogeno, ma già dai primi anni Ottanta in Italia ne era stata evidenziata l’alta pericolosità.

Cantarella e gli altri rispondono di avere "cagionato la morte come evoluzione del mesotelioma pleurico", per avere impiegato "amianto presso lo stabilimento di produzione autovetture come materiale ausiliario in processi di fonderia, fucine e trattamenti termici". Il "tessuto-cartone amianto" era utilizzato "per la realizzazione di ripari anticalore"; l’amianto era materiale "costituente delle lastre di fibrocemento, del materiale ignifugo delle strutture portanti del centro direzionale e del centro tecnico, dei materiali di attrito dei sistemi frenanti e dei dischi frizione, delle guarnizioni di tenuta dei motopropulsori, di parti di impianto". Utilizzato nelle «operazioni di saldatura», i saldatori indossavano "guanti e grembiuli in amianto".

marinella.rossi@ilgiorno.net