Paratie spiaggiate in riva al Lario. Como resta senza passeggiata

L’Anticorruzione ordina, il Comune esegue: altro appalto e tempi lunghi di Paola Pioppi

Rendering del Lungolago di Como

Rendering del Lungolago di Como

Como, 6 ottobre 2015 - L'Anac ha disposto e il Comune si adegua, per evitare che il progetto delle paratie si areni definitivamente sulle rive del Lario. Ma i comaschi si mettano il cuore in pace: sino alla prossima estate, e solo se tutto filerà liscio e senza intoppi burocratici, i lavori non inizieranno. Un’altra estate con il cantiere fantasma, “illuminato” dall’opera di Libeskind. Ieri la Giunta di Palazzo Cernezzi ha predisposto il documento destinato all’Anac e non ha potuto far altro che accettare le imposizioni: procederà a una nuova gara d’appalto per gli “arredi” in superficie, quindi tutte le finiture della nuova passeggiata sul lungolago dovranno attendere. Il piano di interventi, per un valore di poco inferiore ai 3 milioni di euro, dovrà affrontare un nuovo iter burocratico. L’ennesimo da quando il progetto prese forma. Il costo iniziale di 15 milioni di euro è lievitato a 33 milioni e l’occhio vigile dell’Anticorruzione ha puntato sui costi dell’arredo, l’abbellimento esterno con giardini e passerelle.

«Il nostro obiettivo - sostiene da mesi il sindaco Lucini - è quello di concludere l’opera in tempi brevi». Tra progetto e nuovo appalto passeranno comunque mesi e si andrà ben oltre il 2016. Intanto ieri la Giunta Lucini ha approvato la delibera che costituisce di fatto il documento con cui il Comune di Como risponde all’Autorità Nazionale Anticorruzione, che si è occupata del progetto acquisendone tutti i materiali, convocando audizioni e giungendo a conclusioni in tempi brevissimi prima dell’estate. Un documento, quello approvato ieri, che fa riferimento alle conclusioni depositate a luglio, i cui contenuti sono noti: a partire dalle lacune del progetto dal punto di vista tecnico.

«Nel 2012 non si poteva girare la chiave e far ripartire tutto – aveva precisato il sindaco Mario Lucini – e la strada da noi intrapresa è giusta, tant’è che è stata confermata la fondatezza, correttezza e necessità dei contenuti tecnici da noi apportati». La relazione muoveva rilievi critici sulla progettazione originaria e sulle conseguenti soluzioni giuridico-amministrative prospettate dalla perizia di variante salvata però dalle nuove norme antisismiche. Salvati gli aspetti geologici e idraulici, è sulla questione look finale che ora Como si gioca la sfida decisiva. «Non sarei mai partito con questo cantiere – aveva aggiunto Lucini - ma sento la responsabilità di arrivare ad una soluzione». In particolare rispetto all’ipotesi di chiudere il rapporto con Sacaim e indire una nuova gara, Lucini aveva sottolineato come questo avrebbe comportato un aumento dei prezzi e dei tempi. «Mandare a casa Sacaim significa bandire una nuova gara con prezzi tutti da aggiornare, aprire contenziosi con l’impresa ma anche con la Corte dei Conti e la stessa Anac».