IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI Un critico, la musica e la bellezza Più l’intervento di San Gennaro

Paolo Isotta ha assecondato una sola passione in tutta la sua vita: la ricerca della Bellezza. Attraverso la musica, la letteratura, l’arte, l’amicizia l’ha “afferrata” ed è diventata parte di se stesso. La sua vita lo testimonia ed i lacerti di essa che offre, senza pudore e con evidente voluttà nelle sue “memorie” raccolte sotto il significativo titolo "La virtù dell’elefante" di Gennarto Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri.

Paolo Isotta ha assecondato una sola passione in tutta la sua vita: la ricerca della Bellezza. Attraverso la musica, la letteratura, l’arte, l’amicizia l’ha “afferrata” ed è diventata parte di se stesso. La sua vita lo testimonia ed i lacerti di essa che offre, senza pudore e con evidente voluttà nelle sue “memorie” raccolte sotto il significativo titolo “La virtù dell’elefante”, sono esemplificazioni di uno spirito capace di ascendere alte vette come frequentare i bassifondi rimanendo se stesso, grazie a quell’idea di Bellezza che è capace di scovare ovunque. E le sordide perfidie cui pure ha dovuto sopportare nella sua vicenda professionale, non meno che nell’esistenza privata, Isotta è stato capace di volgerle a proprio vantaggio quasi sempre forse perché, candidamente ammette, protetto dal mantello di San Gennaro.

Prodigiosa è comunque la vastità dei domini che Isotta attraversa e racconta, quasi che l’Angelo della Conoscenza lo abbia toccato fin nella culla dandogli il privilegio di inerpicarsi per le impervie strade della musica, della quale è certamente oggi in Italia il maggior esegeta, e su quelle letterarie ed estetiche in genere che hanno certamente contribuito a formare il suo carattere. Tra i due poli eccelsi di Virgilio e di Wagner si snoda la vita spirituale e quella materiale di Isotta. E le note biografiche che compongono il quadro d’assieme della sua personalità complessa sono anche i reperti di un’esistenza che neppure per un attimo è stata banale, vigorosamente interpretata secondo canoni che spesso e volentieri hanno fatto andare in bestia i padroni del pensiero, a cominciare da quelli della musica per i quali Isotta sarebbe dovuto finire nel fango, ridotto in miseria.

Che Isotta abbia trovato l’energia per reagire alle volgarità contrapponendo ad esse un’idea rara (e classica) di Bellezza è quasi un mistero che il lettore non mancherà di apprezzare leggendo le seicento pagine del libro, nel quale il passaggio dall’umanità napoletana – semplice, gaia e tragica allo stesso tempo - ai ricordi familiari, alle esperienze intellettuali, agli incontri con alcuni dei grandi del nostro tempo e del tempo che è stato risulta talmente naturale da sembrare incredibile.Come la fede religiosa che si affaccia qua e là (splendida la difesa della liturgia) quasi per rammentarci che la gloria è polvere, nient’altro che polvere.

PAOLO ISOTTA, La virtù dell’elefante. La musica, i libri, gli amici e San Gennaro, Marsilio