Quanti allarmi sull’ozono. A quando i rimedi?

È tornato il grande caldo. E come sempre, puntuali, tornano i soliti allarmi sull’ozono

Milano, 26 giugno 2016 - È tornato il grande caldo. E come sempre, puntuali, tornano i soliti allarmi sull’ozono. La Lombardia è sempre tra le regioni più esposte, come già per le polveri sottili in inverno. D’inverno, però, quando si supera la soglia d’allarme dello smog scattano le contromisure: domeniche a piedi, blocco del traffico... Perché contro l’ozono non si fa altro che lanciare allarmi? Perché non si adottano misure? Simone B. Monza

È VERO: contro lo smog, nei mesi invernali, spesso vengono presi provvedimenti drastici. Ma questo non significa che siano dei rimedi. Se di breve termine, queste misure non possono che dare contributi limitati alla lotta all’inquinamento. Un fronte che richiederebbe interventi strutturali. Discorso che vale anche per l’ozono. Questo, molto di più che il Pm10, si forma tutto in atmosfera. Col sole, e per effetto di particolari sostanze. Ridurre le emissioni in un’area circoscritta, come si fa per arginare le polveri sottili, non serve a molto. Perché l’ozono, se guardiamo alla nostra zona, è diffuso in tutta l’area padana. Si possono e si devono, però, attivare interventi di lungo termine, strutturali. Per esempio per limitare le emissioni di ossidi di azoto e di composti organici volatili. Un piano di risanamento per la Lombardia c’è. Ma servono anni per ottenere risultati. Quindi non resta che attenersi ai consigli degli esperti: evitare attività all’aperto nelle ore più calde e mangiare cibi ricchi di antiossidanti. Volendo scomodare un proverbio, chi fa da sé... sandro.neri@ilgiorno.net