Coppia uccisa a Pordenone, il movente della gelosia

Lodi, la verità sulla morte di Teresa Costanza: la Procura ha inviato gli atti al gip di GABRIELE GABBINI

Teresa Costanza insieme al fidanzato

Teresa Costanza insieme al fidanzato

Zelo Buon Persico (Lodi), 13 febbraio 2016 - Si stringe il cerchio attorno all’unico indagato per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, i due fidanzati di 30 e 29 anni freddati in un parcheggio di Pordenone con 5 colpi di pistola. Era il 15 marzo 2015, e l’inchiesta per il terribile assassinio che continua a lasciare dietro di sé molte ombre entra ora nella sua fase finale e decisiva. Nei giorni scorsi infatti, i due sostituti che stanno seguendo l’indagine, Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro, hanno inviato gli atti al gip del Tribunale di Pordenone. A tutt’oggi vige il massimo riserbo sul contenuto dell’istruttoria, sebbene sembra che l’accusa sia pronta a richiedere una misura cautelare nei confronti di Giosuè Ruotolo, che ad oggi invece continua a vivere e lavorare nella stessa caserma che condivideva proprio con Trifone.

Al gip dunque una decisione che potrebbe arrivare già entro la prossima settimana. Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricercare nella gelosia del ventiseienne Giosué Ruotolo nei confronti del “bel militare” Ragone. Gelosia trasformatasi poi in odio e che avrebbe coinvolto anche Teresa, siciliana d’origine ma da anni trasferitasi a Zelo Buon Persico, nel Lodigiano. Prima attraverso quel falso profilo Facebook, con cui Giosuè avrebbe contattato la bella e solare 30enne spacciandosi per un’amante di Trifone, nel vano tentativo di allontanare i due; poi con il sangue.

Forse perché Trifone aveva riconosciuto nell’autore di quei messaggi proprio l’ex coinquilino, tanto da arrivare secondo alcuni commilitoni alla lite. Ma per la famiglia Costanza, per bocca del loro legale Giacomo Triolo «La verità va ricercata in quella caserma. Magari è Giosuè il colpevole, ma noi vogliamo il nome di quello che ha armato la sua mano. Non crediamo che il movente sia solo gelosia. Non vorremmo che Trifone e Teresa fossero venuti a conoscenza di qualche losco traffico tra quelle mura…». Intanto l’avvocato di Giosuè, Roberto Rigoni Stern, sul futuro del suo assistito ha precisato che sarebbe «improbabile richiedere per lui la misura di custodia cautelare, perché mancano non solo le prove ma anche gli indizi per ricondurre questo tremendo crimine al mio cliente».

di GABRIELE GABBINI