Strangolata e abbandonata nuda, appello conferma l'ergastolo per Pizzocolo

Alle parti civili costituite - la madre della ragazza, la sorella maggiore e i due fratellini - la Corte, ha riconosciuto una provvisionale di risarcimento complessiva di 285 mila euro

Lodi, ragazza romena strangolata, arrestato Andrea Pizzocolo (Cavalleri)

Lodi, ragazza romena strangolata, arrestato Andrea Pizzocolo (Cavalleri)

Milano, 8 giugno 2016 - La Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato oggi la condanna all'ergastolo, con un anno di isolamento diurno, per Andrea Pizzocolo, accusato di aver ucciso una prostituta 18enne, Lavinia Simona Aiolaiei, strangolata con una fascetta da elettricista il 7 settembre 2013 in un motel di Olgiate Olona (Varese) e violentata quando ormai era morta. Il tutto davanti alla sua telecamera che riprendeva la scena. La camera di consiglio della prima sezione è durata poco più di due ore.

Alle parti civili costituite - la madre della ragazza, la sorella maggiore e i due fratellini più piccoli - la Corte, presieduta da Sergio Silocchi, ha riconosciuto una provvisionale di risarcimento complessiva di 285mila euro, rimandando l'esatta quantificazione dei danni a un giudizio civile. Accolta quindi la richiesta di conferma dell'ergastolo formulata dal sostituto pg di Milano Tiziano Masini. 

Prima della decisione la Corte ha raccolto le dichiarazioni spontanee dell'imputato, che si è dichiarato «estraneo ai fatti» a lui contestati, sottolineando che l'ergastolo sarebbe stato per lui una pena insopportabile dal punto di vista psicologico. Pizzocolo, pur senza dirlo esplicitamente, ha lasciato intendere che potrebbe arrivare anche ad un gesto estremo, come avrebbe già tentato di fare in altre occasioni, per sfuggire a quella che crede essere una pena fin troppo pesante per la sua condizione. L'avvocato Vincenzo Lepre, che lo ha difeso, durante l'arringa discussa nella precedente udienza aveva chiesto per lui la seminfermità mentale, chiarendo che «Pizzocolo era totalmente assente» durante l'omicidio a causa di un'assunzione costante di cocaina che lo avrebbe portato in una condizione di «abuso cronico» che ne avrebbe minato le facoltà mentali. Per il pg Tiziano Masini, invece, nella dinamica del delitto oltre alla volontarietà del gesto omicida, aggravato dalla premeditazione, c'era una «grande ferocia» unita a un «profilo sadico», con l'omicida che ha infierito e che ha anche «deriso» il cadavere mentre ne abusava sessualmente dopo la morte. Pizzocolo, sposato con una donna di origine brasiliana e padre di una figlia, potrebbe perdere anche la patria potestà qualora la condanna divenisse definitiva.