Sabato 20 Aprile 2024

Strangolata e abbandonata nuda. La madre testimone in aula : "Lavinia sognava dei figli"

La escort romena strangolata da Andrea Pizzocolo, 42enne ragioniere di Arese di Carlo D'Elia

Omicidio Lavinia, arrestato Andrea Pizzocolo (Cavalleri)

Omicidio Lavinia, arrestato Andrea Pizzocolo (Cavalleri)

Busto Arsizio, 26  novembre 2014 - «Lavinia era una ragazza semplice e solare. Amava la vita. Qualche settimana prima della morte mi aveva confidato di volersi sposare e avere dei bambini». Ha il cuore a pezzi la madre di Lavinia Simona Aiolaiei, escort romena di 18 anni strangolata con due fascette di plastica da Andrea Pizzocolo, 42enne ragioniere di Arese. Quel maledetto sabato 7 settembre 2013, Ioanna, 38 anni, la mamma di Lavinia, era in Romania dove stava trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza, insieme al suo compagno e al figlioletto appena nato, prima di rientrare a casa, in Sicilia. «Ricordo tutto alla perfezione – racconta –: ero a casa di una parente che aveva saputo della morte di Lavinia attraverso il telegiornale. Mi è stato detto di sedermi sul divano, poi mi hanno spiegato quello che era successo alla mia piccola». 

La mandre di Lavinia non voleva crederci. Ha telefonato in Italia, sperando in una smentita dall’altra figlia, che all’epoca abitava a Milano. Tutto confermato, invece: il corpo senza vita abbandonato in un campo alle porte di Lodi era quello di Lavinia. Da quel giorno la donna non ha smesso di chiedere giustizia. Nel dicembre 2013, per trasferire la salma e celebrare i funerali di Lavinia a Botosane, dove era nata in Romania, la mamma non ha esitato a vendere l’appartamento in Sicilia per pagare le spese. Ora lei, il suo compagno e il figlio di 2 anni, vivono in un garage. «Lavinia doveva essere seppellita in Romania – ripete Ioanna –. Continuo a sognare mia figlia di notte. È sempre vicina al mio cuore e non smetto di pensare a lei».

La madre di Lavinia non si dà pace: non aveva mai sospettato del lavoro di Lavinia, e nemmeno del fatto che la figlia avesse iniziato a chiamarla sempre meno, forse oppressa dalla presenza del fidanzato, 20enne rom. «Ci sentivamo al telefono una o due volte alla settimana – spiega Ioanna –. Mi diceva di essere sempre impegnata. In una delle ultime telefonate mi aveva detto che si sarebbe sposata col suo fidanzato. Le avevo chiesto più volte di tornare a vivere in Sicilia, ma il suo compagno non voleva». Venerdì la madre di Lavinia andrà a testimoniare al processo che si sta svolgendo presso la corte d’Assise di Busto Arsizio. Incrocerà per la prima volta lo sguardo del carnefice di sua figlia. «Vogliamo che Lavinia diventi il simbolo della lotta al femminicidio – spiega l’avvocato di parte civile Tiziana Bertoli –. Bisogna affrontare il problema, fa sapere l’opinione pubblica. Chiederemo una condanna esemplare per Pizzocolo».

di Carlo D’Elia