Arcore, 31 maggio 2011 - Cori da stadio per Rosalba. Rosalba La Rossa. La pasionaria di sinistra amante del tango che ha violato il feudo berlusconiano. «Hanno vinto gli arcoresi. Hanno vinto gli arcoresi», ripete emozionata in Largo Vela, fuori dal municipio. Dove alle 17 comincia la festa il popolo del centrosinistra arcorese. Deve quasi urlare per farsi sentire. Attorno a lei c’è un chiasso infernale.

C’è chi intona «bandiera rossa». Chi le bandiere le sventola davvero. Chi propone di andare davanti a Villa San Martino: «No», dice lei. «Il nostro punto di riferimento è la città. La piazza civica». C’è anche un popolo rosa che l’applaude: «Hanno vinto anche le donne», ricorda a chi per caso non si fosse accorto che lei è il primo sindaco in gonnella di Arcore. «È una vittoria di genere. E me ne vanto. Negli ultimi mesi siamo stati sulla bocca di tutti non per le eccellenze di cui è ricca la città, ma per le “Arcorine” che frequentavano Villa San Martino. Ci siamo riprese la nostra dignità».

Poi annuncia: «Almeno il 50 per cento dei miei assessori saranno donne». Una gigantesca onda rosa si abbatte sulla residenza di Silvio Berlusconi: «Abbiamo raggiunto un risultato straordinario. I cittadini hanno scelto di cambiare e ci hanno dato fiducia. C’era il desiderio di lasciarsi alle spalle i 5 anni disastrosi della giunta di centrodestra». Ci tiene però a evidenziare la sua diversità politica: «Gli arcoresi hanno scelto guardando i programmi. Hanno premiato la proposta del centrosinistra, che stavolta, a differenza di cinque anni fa, si è presentato unito. Noi il programma l’abbiamo fatto insieme agli elettori».

Rende l'onore delle armi al suo rivale Enrico Perego. Anche se sottolinea: «Non abbiamo mai fatto una campagna contro. Come loro che hanno evocato la paura del comunismo e della sinistra. La gente non si fa prendere in giro da queste schiocchezze. Guarda ai problemi reali. Alla città, al quartiere, alla vita di tutti i giorni. Decide sulla base delle proposte amministrative». Non a caso il filo conduttore della sua campagna è stato il coinvolgimento dei cittadini.«Il nostro motto è stato “costruiamo insieme la nostra città”».

Tra 15 giorni l’attendono i problemi: il piano di recupero della ex Falck, il traffico, la casa di riposo per gli anziani, il bitumificio che la società Doneda voleva costruire a Bernate. Lei ci scherza su: «Non avrò tempo di annoiarmi. Abbiamo le idee chiare su quello che vogliamo fare per Arcore, siamo determinati a portare avanti il cambiamento». L’aiuterà l’esperienza di presidente del Consiglio comunale dal 1996 al 2005: «Adesso avanti tutta, potremo vivere per almeno 5 anni nella migliore Arcore della nostra vita».