Villasanta, 11 Giugno 2014 - Nessun contrattacco delle parti civili alla tesi difensiva che nega lo scempio ambientale causato dalla Lombarda Petroli. Alla ripresa del processo al Tribunale di Monza che vede imputati di disastro doloso i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, titolari della raffineria dismessa di Villasanta trasformata in sito di stoccaggio di idrocarburi dove nella notte del 22 febbraio 2010 vennero sversati nel Lambro almeno 2.400 tonnellate di gasolio e oli combustibili, c'era grande attesa per il controesame del consulente tecnico ambientale della difesa, dopo che ha raccontato in aula che il Lambro era già inquinato e i cormorani morti erano già malati di una grave forma di parassitosi e nei loro organi non è stata trovata traccia di idrocarburi.

Ci si attendeva un fuoco di fila di domande al perito da parte dei rappresentanti delle 18 parti civili che si sono costituiti per chiedere un risarcimento dei danni, dal Ministero dell'Ambiente, alle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, alla Provincia di Monza, ai Comuni di Monza e Villasanta, oltre a diverse associazioni ambientaliste. Per dimostrare che si sbaglia, che lo scempio ambientale c'è stato. Invece niente. Neanche un quesito.

"La tesi del consulente della difesa è talmente campata per aria che non c'è neanche bisogno di contestarla" - si è giustificato qualcuno dei legali di parte civile. Soltanto il pm monzese Emma Gambardella (che con la collega Donata Costa rappresenta la pubblica accusa al processo) ha provato a mettere in difficoltà il consulente sostenendo che ha utilizzato per una delle sue analisi una tabella considerata superata, provocando un dissidio con i difensori degli imputati subito accorsi in sostegno del loro tecnico.

Così si è quindi conclusa l'udienza-lampo e il processo è stato rinviato al 30 giugno, quando comincerà la requisitoria delle pm con le probabili richieste di condanna per i Tagliabue, per il direttore dello stabilimento Vincenzo Castagnoli, a sua volta imputato di disastro doloso e per il custode Giorgio Crespi, imputato invece di omesso controllo. Poi sarà la volta delle difese di parti civili, poi dei difensori degli imputati. Per metà luglio potrebbe anche esserci già la sentenza dei giudici.

di Stefania Totaro