Monza, 10 giugno 2014 - E sono quaranta. Tanti i Comuni, su un totale di 55, che in Brianza negli ultimi anni hanno scelto un sindaco di centrosinistra. Domenica l’ultima spallata, che sancisce definitivamente la vittoria del Pd e dei suoi alleati alle ultime amministrative: al ballottaggio il centrosinistra ha conquistato quattro dei cinque municipi rimasti in palio (tutti governati da giunte uscenti di centrodestra), lasciando agli avversari solo Concorezzo. A questo punto i rapporti di forza sono chiari: in Brianza governano 40 sindaci di centrosinistra (capoluogo compreso), 2 a monocolore leghista, 4 espressione di liste civiche pure e 9 del centrodestra (di cui 4 lumbard). Un quadro impensabile solo cinque anni fa, quando Lega e Pdl insieme raggiungevano 31 comuni su 50 (allora la Provincia era composta da 50 municipi) e mettevano piede sul gradino più alto della nuova Provincia che, ironia della sorte, dirà addio al vecchio modello oggi.

Soddisfatto il segretario provinciale del Pd, Pietro Virtuani. «Quattro su cinque è un ottimo risultato che ci ha reso molto felici - dice -. Quando vinci bene al primo turno hai sempre paura che poi subentri una sorta di rilassamento. Invece i nostri elettori sono riusciti a tenere alto l’interesse, a garantire l’affluenza e a capire l’importanza del cambiamento».

Risultati quasi insperati soprattutto a Giussano e a Muggiò, dove, continua il segretario provinciale, «abbiamo battuto gli avversari con scelte coraggiose», mentre «a Concorezzo non ce l’abbiamo fatta ma abbiamo fatto passi avanti». Ora però comincia la vera sfida in ogni singolo municipio: «Dobbiamo essere all’altezza della fiducia ricevuta, realizzando ciò per cui i cittadini ci hanno votato».

Nel campo avverso si fa autocritica. «Se l’operosa Brianza si colora di rosso, se quello che fu il fortino del centrodestra nella ormai lontana tornata del 2009, volta le spalle e si affida alla sinistra, è una disfatta - riconosce sul suo blog l’assessore provinciale leghista Andrea Monti -. I cittadini chiedono amministratori che governino e non che passino parte del loro tempo a litigare e a polemizzare, così come è evidente, visti i risultati, che per la Lega questa permanenza nel centrodestra, almeno quello attuale, rischia di diventare sempre più controproducente. Come qualcosa avranno pur pesato scandali e inchieste che hanno coinvolto, a vario titolo i nostri alleati di centrodestra, e in cui noi come Lega, alla fine, ci abbiamo solo rimesso». I lumbard guardano al modello Concorezzo come punto da cui ripartire. «Concorezzo è il paese in cui non ci sono stati screzi, fuoriuscite e liste civiche o spaccature rispetto all’amministrazione uscente», ricorda il segretario provinciale del carroccio, Alberto Rivolta.

Sulle divisioni personali punta il dito anche Federico Romani, vicecoordinatore vicario di Forza Italia in Brianza: «Bisogna ripartire dal basso e lasciare da parte i personalismi per cercare di tornare ad essere quelli che eravamo». «Ripartiamo da Concorezzo ma non solo - conclude il coordinatore provinciale azzurro, Fabrizio Sala, riferendosi agli altri otto comuni in mano al centrodestra -. Gli amministratori battono la politica nazionale e l’unità mostrata a Concorezzo dev’essere un esempio. La ricetta è doppia. Anzitutto serve il confronto con la gente, perché il dato dell’affluenza la dice lunga su quanto la gente si sia allontanata dalla politica. Bisogna quindi recuperare un rapporto che ha cominciato a scemare a livello nazionale. E poi bisogna ripartire dall’organizzazione, senza personalismi, utilizzando tutti i sistemi che non abbiamo usato mai finora, come congressi o primarie. Tutti quelli che ricoprono posizioni nel nostro partito non sono mai passati da questi strumenti, che vanno benissimo, l’importante è capire quale obiettivo ci si pone. Ora devono scendere in campo i migliori, quelli che sono stati capaci di stare in mezzo alla gente».