Monza, 7 giugno 2014 - Il pensiero è corso subito alla tragedia capitata lo scorso anno a Milano. Il pensiero non poteva che correre infatti ad Adam Kabobo, il ghanese impazzito che armato di piccone seminò la morte - tre vittime - per le vie del quartiere Niguarda. Stavolta però, per fortuna, non è andata così. Anche se il protagonista di questa vicenda si stava aggirandio, in pieno centro, in pieno giorno - alle 16.30 circa di giovedì - armato di un grosso machete, con la lama lunga oltre venti centimetri. Lo ha intercettato per caso una pattuglia di poliziotti di quartiere, che transitando lungo via Italia in un consueto giro di ronda ha avvisto l’uomo mentre si nascondeva il machete nei pantaloni. Immediatamente, i poliziotti hanno voluto vederci chiaro e sono andati a fermarlo. L’uomo - apparso in condizioni psicofisiche quantomeno «border line» - ha regito con violenza e agli agenti non è rimasto altro che disarmarlo e soprattutto arrestarlo per resistenza a pubblico ufficiale.

Cosa ci fosse in realtà dietro al suo comportamento lo si è capito subito dopo, quando i poliziotti hanno scoperto come lo stesso uomo che avevano appena ammanettato si fosse introdotto nella chiesa diChiesa delle Santissime Maria Maddalena e Teresa, l’edificio di culto che ospita il convento delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento - le suore Sacramentine - proprio all’altezza del civico 37 della via Italia, e avesse aggredito il sacrista-custode per rapinargli soldi delle offerte: appena una decina di euro, che però la vittima di fronte a un uomo che in stato di forte agitazione brandiva un coltellaccio aveva immediatamente consegnato. A quel punto per il criminale, un italiano di quarantasette anni senza fissa dimora - è scattata anche l’imputazione per rapina a mano armata. Al processo celebrato ieri mattina per direttissima al Tribunale di Monza, l’arresto è stato convalidato e l’imputato è stato condotto al carcere di Monza, dove rimarrà in attesa dell’udienza vera e propria fissata per i prossimi giorni.

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