Monza, 28 maggio 2014 - Il Lambro era già inquinato e i cormorani morti erano già malati di una grave forma di parassitosi e nei loro fegati e reni non è stata trovata traccia di idrocarburi. Nega lo scempio ambientale il consulente tecnico ambientale della difesa, sentito in aula alla ripresa del processo al Tribunale di Monza che vede imputati di disastro doloso i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, titolari della Lombarda Petroli, la raffineria dismessa di Villasanta trasformata in sito di stoccaggio di idrocarburi dove nella notte del 22 febbraio 2010 vennero sversati nel Lambro almeno 2.400 tonnellate di gasolio e oli combustibili. Imputato di disastro doloso anche il direttore dello stabilimento Vincenzo Castagnoli, mentre di omesso controllo deve rispondere il custode Giorgio Crespi. Il perito nominato dai difensori degli imputati ha contestato i supposti danni provocati dalla marea nera che arrivo' fino alla foce del Po nell'Adriatico, tanto che al processo sono parti civili 18 enti, dal Ministero dell'Ambiente, alle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, alla Provincia di Monza, ai Comuni di Monza e Villasanta, oltre a diverse associazioni ambientaliste. "La legge fissa un limite consentito di inquinamento da idrocarburi di 5 milligrammi per litro e spesso i dati rilevati dopo lo sversamento non superavano o superavano di poco questo limite - ha dichiarato il consulente ambientale - Non avendo a disposizione dei dati precedenti allo sversamento, quindi, non è possibile stabilire che a causare l'inquinamento sia stato lo sversamento piuttosto che gli idrocarburi normalmente presenti nelle acque perchè presenti in sostanze di uso comune". Per quanto riguarda la mezza dozzina tra cormorani e germani trovati morti, invece, il perito ha dichiarato che "non esiste prova che le foto prodotte degli uccelli con le piume intrise di liquame nero siano state scattate dopo lo sversamento" e che "i cormorani trovati morti e sottoposti ad autopsia erano già malati di una grave forma di parassitosi e nei loro fegati e reni non è stata trovata traccia di idrocarburi". C'è ora grande attesa per il controesame del consulente da parte di pm e parti civili previsto per il 9 giugno.

di Stefania Totaro