Monza, 23 aprile 2014 - «Trecento avviamenti a rischio nel 2014». È il grido d’allarme lanciato dall’Unione Artigiani della Brianza in seguito alle modifiche apportate dalla Commissione della Camera al decreto lavoro annunciato nei mesi scorsi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un documento che, al momento della presentazione, era stato salutato con favore dall’Unione Artigiani ma che ora, dopo le modifiche in Commissione, fa storcere il naso all’associazione di categoria. Un decreto che proprio ieri ha iniziato il suo iter di discussione in Parlamento.

«Le modifiche apportate dalla commissione Lavoro della Camera sul decreto legge lavoro in materia di apprendistato, formazione e proroga dei contratti a termine segnano una progressiva marcia indietro, che rischia di riportare le attese riforme all’anno zero. A repentaglio in Brianza sono ora ben 300 avviamenti di apprendisti nell’artigianato per il 2014», sbotta Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani della Brianza. Nel passaggio in commissione Lavoro sono tornate infatti le quote di stabilizzazione degli apprendisti (20% nelle aziende con oltre trenta dipendenti) come condizione per assumerne di nuovi. È stata ripristinata una sostanziale obbligatorietà della formazione pubblica (ma l’impresa è esonerata se entro 45 giorni la Regione non si attiva). Le proroghe dei contratti a termine sono scese da otto a cinque, nell’arco di 36 mesi. Il tetto del 20% di utilizzo dei rapporti a tempo sarà calcolato non più sull’organico complessivo ma sui «lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell’anno di assunzione» con sanzione della trasformazione a tempo indeterminato se non si rispetterà questa soglia.

«Rispetto agli annunci dati dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi - rimarca Accornero - il provvedimento sta perdendo i suoi caratteri innovatori, che devono essere mantenuti perchè possono e devono segnare un cambio di passo necessario nel mondo del lavoro». Sotto accusa, in particolare, la reintroduzione della formazione teorica esterna all’azienda nell’apprendistato. Un «burocratismo» destinato «a ingrassare solo le strutture formative inutile nella crescita professionale dell’apprendista, ma che costituisce un onere disincentivante per gli artigiani brianzoli», sostengono dall’Unione Artigiani.

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