Monza, 20 aprile 2014 - La crisi fra Russia e Occidente fa saltare il Gran premio di Mosca, e Monza - in cuor suo - culla il sogno di rientrare in extremis nel calendario del Mondiale Superbike. La data sarebbe quella del 21 settembre. In Autodromo, quel fine settimana, non è previsto alcun evento ma in Sias vanno con i piedi di piombo. Contatti con la Dorna - organizzatore del campionato - non ce ne sono stati. Tuttavia, “se ci fosse qualche spiraglio...”. Nella sostanza, però, a Monza sanno perfettamente che sarebbe un miracolo riuscire a riprendersi un round iridato. Sono consapevoli che la reputazione fra i piloti e la stessa Dorna non è delle migliori. Tant’è che l’Autodromo, almeno per quest’anno, è stato escluso dal Mondiale. Nello stesso tempo è stato anche invitato a eseguire una serie di interventi per migliorare la sicurezza.

Dall’ultimo sopralluogo eseguito alla presenza dell’ispettore della Federazione internazionale, sono stati evidenziati i punti più critici. Innanzitutto la Prima Variante, la Seconda Variante e la Variante Ascari. Tre zone “impiccate”. L’imbuto in fondo al rettilineo dei box è stato sì in parte raddrizzato ma quello che preoccupa non è tanto il disegno del nastro d’asfalto quanto gli spazi attorno in caso di fuoripista. Stesso problema alla Roggia e alla Ascari, dove le moto staccano a ridosso delle tribunette. Sotto esame potrebbe essere anche la Parabolica, percorsa in accelerazione prima di lanciarsi sul rettilineo di partenza. I lavori non saranno una passeggiata.

Così come non sarà affatto semplice riuscire ad allargare le vie di fuga stando dentro gli attuali confini della pista. In parte si potrebbe rinunciare ad alcuni posti per il pubblico ma la soluzione complessiva rischia di dover passare dall’allargamento oltre le recinzioni. Solo a lavori fatti - per un importo che si aggirerebbe intorno ai 7 milioni di euro - l’Autodromo può riottenere l’omologazione internazionale e ricandidarsi a una gara mondiale. La cancellazione della tappa russa, però, avrebbe aperto uno scenario che gli appassionati non vogliono cancellare.

E allora la soluzione sarebbe di eseguire immediatamente il minimo sindacale a costi relativamente contenuti per riuscire a ottenere una “licenza” speciale e limitata al singolo evento. A essere realisti, però, è difficile pensare che un organizzatore come Dorna si rimangi dall’oggi al domani i timori legati alla sicurezza della pista solo per riempire un buco nel calendario.
L’omologazione “one event” non pare venga presa in considerazione. Nemmeno per Valencia, un’altra candidata a rimpiazzare Mosca. Finirà che la Superbike non andrà da nessuna parte, perché non sempre i sogni si realizzano.

marco.galvani@ilgiorno.net