Monza, 19 aprile 2014 - Da pupillo del Governatore Formigoni alla sentenza di condanna penale, i 10 anni e 6 mesi di ieri, passando per 6 mesi di carcere e 5 di arresti domiciliari. Questa la storia dell’ascesa e del declino del golden boy del Pdl Massimo Ponzoni: primo degli eletti in Brianza a consigliere regionale con 19.866 preferenze, diventato prima assessore lombardo alla protezione civile e poi all’ambiente e anche segretario del presidente del consiglio regionale, carica da cui ha dovuto dimettersi quando lo scandalo giudiziario della corruzione sull’urbanistica l’ha definitivamente travolto portandolo dietro le sbarre con la conseguente sospensione anche dalla carica di consigliere regionale, trasformata ora dai giudici monzesi in divieto di avere una carica pubblica vita natural durante

Massimo Ponzoni, nato a Salò, classe 1972, diploma di geometra, faceva il costruttore, ma voleva entrare in politica. Appena maggiorenne, nel 1990 ha iniziato a frequentare l’aula del consiglio comunale di Desio, fino a riuscire a sedersi tra i banchi dei consiglieri nel 1995, eletto per il partito di Silvio Berlusconi. Consigliere più votato, poi presidente. Nel 1994, a 22 anni, fonda il terzo circolo azzurro, riuscendo in un batter di ciglia a far fuori i vecchi referenti del Psi. «Il nuovo sono io», era il suo motto. Era l’inizio di un’iperbole che in 18 anni l’avrebbe portato fino al fianco del Celeste Governatore per poi precipitare altrettanto velocemente. I suoi guai iniziano nell’estate del 2010 quando riceve l’avviso di garanzia per il crac della società immobiliare ‘Il Pellicano’ di Desio.

«Non c’entro nulla, sono stato amministratore fino al 2006», ripete promettendo battaglia giudiziaria. Ma la Procura di Monza inizia a contestargli altre accuse sempre nuove e diverse, con il culmine della corruzione per presunte modifiche di destinazione d’uso di terreni nei Pgt di Desio e Giussano per dare il via libera alla realizzazione di centri commerciali.

Il 16 gennaio del 2012 la Guardia di Finanza bussa all’alba alla porta della sua abitazione di Desio per eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dai pm Donata Costa e Walter Mapelli e firmata dal gip del Tribunale di Monza Maria Rosaria Correra. Ponzoni non è in casa. Si dice che è fuggito. Che ha avuto una ‘soffiata’. In carcere finiscono gli altri quattro. Due giorni dopo Ponzoni decide di costituirsi al comando delle Fiamme Gialle di Milano, accompagnato dagli avvocati Luca Ricci e Sergio Spagnolo.

di Stefania Totaro