Arcore (Monza), 12 aprile 2014 - Costruire un centro per disabili a Macherio o ad Arcore. Sarebbe questa la proposta di volontariato che Silvio Berlusconi, attraverso i suoi legali, ha prospettato giovedì ai giudici di Milano che a giorni decideranno per il suo affidamento in prova ai servizi sociali. Secondo indiscrezioni, il progetto sarebbe contenuto nella memoria di 10 pagine consegnata al Tribunale di sorveglianza dagli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini. L’Opera assistenziale farebbe capo a una fondazione, forse una Onlus, intestata ai figli del leader di Forza Italia.

Potrebbe nascere a Macherio, in una delle cascine di pertinenza di villa Belvedere, lasciata libera un anno fa dall’ex moglie Veronica Lario. Proprio nella cascina più grande vivono le figlie di Berlusconi, Barbara ed Eleonora. Sarebbe dunque proprio il nuovo «centro terapeutico ospedalizzato» dedicato a malati fisici e mentali, dove lui farebbe da «motivatore», il modo per mostrare il suo ravvedimento dopo la condanna nel processo Mediaset. Una impresa filantropica che lascerebbe in ricordo alla Brianza. Ma un progetto come questo richiede mesi, forse anni, per essere realizzato. E l’affidamento in prova partirà tra 10 giorni.

Un’altra possibile sede del centro per disabili potrebbe essere Arcore. Non certo il grande giardino murato di villa San Martino, la casa dell’ex premier. Qualche anno fa però Berlusconi ha comprato per 2,8 milioni di euro un terreno agricolo di 4 ettari nel Parco Valle Lambro, con al centro un casolare, a due passi dal residence dove vive l’ex senatore del Pd Enrico Farinone. La zona è quella della frazione La Cà, in località Buttafava. Il terreno è dietro il centro commerciale Il Gigante, tra la via Monte Cervino e il Lambro. In linea d’aria saranno 800 metri da villa San Martino, da cui la divide una strada, 4 chilometri da Macherio e 2 da Gerno di Lesmo dove Berlusconi ha la terza proprietà in terra brianzola: il Gernetto, una reggia sul Lambro acquistata per aprirci la mai nata Università del pensiero liberale.

Nella villa Borromeo d’Adda, altra storica dimora stavolta però di proprietà del Comune di Arcore, cascano dalle nuvole: «La proprietà di Berlusconi è un’area agricola, protetta e vincolata. Prima di costruire qualcosa, fosse pure una lodevole opera sociale, dovrebbe ottenere il parere del parco Lambro - dice il vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali Valentina Del Campo -. Anche l’Amministrazione dovrà autorizzare l’intervento edilizio. A noi però non è arrivato nessun progetto. Magari aspetta di presentarlo una volta conosciuta la decisione dei giudici».