Vimercate (Monza), 31 marzo 2014 - Giornata forse decisiva per i lavoratori Alcatel Lucent. Oggi la multinazionale franco-americana di telecomunicazioni, nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, svelerà le sue carte sulla vendita delle attività di ricerca e sviluppo e sugli esuberi. L’azienda vuole tagliare quasi 600 posti di lavoro in Italia, 450 dei quali a Vimercate, il più grande centro nazionale (ed europeo) per gli apparati di trasmissione in fibra ottica: occupa 1400 persone, in larga parte ricercatori. Secondo quanto riporta il Corriere delle comunicazioni l’Alcatel Lucent avrebbe trovato l’accordo per la cessione delle attività di Optics, il fiore all’occhiello della fabbrica dei super-ingegneri di Vimercate, alla Microelettronica Siae di Cologno Monzese, società di Cologno Monzese che opera da 61 anni nelle telecomunicazioni con 900 dipendenti e sedi in tutto il mondo.

Soluzione, questa, che i dipendenti dell’Alcatel Lucent avevano detto di preferire rispetto ad altre offerte provenienti dall’India. L’operazione comporterebbe il trasferimento di 300 tra ricercatori e tecnici, dimezzando così il numero dei posti di lavoro da tagliare. «Non sappiamo nulla di preciso – dice Gigi Redaelli, segretario generale della Fim Brianza - Domani (oggi, ndr) ci attendiamo risposte precise su tutte le questioni aperte, compresi i contratti di solidarietà». Rispetto alle ipotesi di spin off, cioè di cessione di parte di queste attività di Optics, l’amministratore delegato di Alcatel Lucent, Michel Combes, a febbraio in un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera, aveva confermato che stava valutando diverse opzioni e che la scelta del partner sarebbe stata questione di mesi. Aveva aggiunto che vuole mantenere le attività ottiche in Italia, pur confermando i 586 esuberi, perché scommette sull’Agenda digitale italiana e sugli «investimenti pubblici e privati».

Nell’attesa di conoscere l’esito dell’incontro al ministero dello Sviluppo, non si ferma la protesta. I sindacati hanno proclamate 8 ore di sciopero con picchetti all’ingresso all’azienda di via Trento. «Il confronto deve partire dalle prospettive e dalle soluzioni industriali necessarie per salvaguardare tutti i lavoratori» avverte Adriana Geppert, delegata sindacale in Alcatel Lucent. Fiom, Fim ed Rsu puntano sui contratti di solidarietà, cioè sulla possibilità di lavorare meno per poter lavorare tutti, soluzione che l’azienda si ostina a rifiutare: «ma sono per noi l’unico strumento per gestire i problemi occupazionali», spiega Geppert. A fianco dei lavoratori si schierano i sindaci della zona. Venerdì hanno sfilato con la fascia tricolore al petto insieme ai ricercatori dell’azienda per le vie di Vimercate. Il primo cittadino di Monza, Roberto Scanagatti, chiede «a Governo e Regione un maggiore sostegno ai programmi di innovazione tecnologica che consentano il rilancio del settore high tech in Brianza e in Italia».