di Antonio Caccamo

Arcore (Monza), 14 marzo 2014 - Potenza della rete. Grazie a Google map il Comune scova i tetti in amianto. Zoomando su Arcore, e ingrandendo col mouse le immagini del paese riprese dall’alto, l’ufficio Ecologia è riuscito a individuare 220 coperture sospettate di contenere la fibra killer.

Corrispondono a 100mila mila metri quadrati di superficie, un’area grande come 20 campi da calcio. È stato un lavoro certosino durato un anno. I tecnici del Comune e dello sportello Infoenergia prima hanno distinto tra tetti rossi e grigi, questi ultimi ritenuti potenzialmente pericolosi. «Hanno poi disegnato la mappa degli edifici da visitare - spiega Fausto Perego, l’assessore arcorese ai Lavori pubblici - ed eseguito sopralluoghi per verificare i dati censiti. Dove possibile sono state scattate fotografie ad alta risoluzione dei tetti in modo da costituire un archivio fotografico e identificare le coperture più malmesse». Attraverso le coordinate catastali sono poi risaliti ai proprietari. Da villa Borromeo sono partite 113 lettere per informare i padroni degli immobili che non avevano presentato le auto-denunce all’Asl: «L’obiettivo della nostra iniziativa, quasi unica a detta dell’Asl, è di contribuire all’eliminazione di un pericoloso cancerogeno ed evitare ai cittadini non in regola di ricevere una sanzione che varia da 100 a 1500 euro, a seconda della quantità di amianto presente nelle coperture».

La maggioranza degli edifici da bonificare sono vecchi capannoni industriali nella zona dell’ex Falck e dell’ex Gilera. L’elenco comprende anche cascinotti di campagna, interi condomini, case singole e box. Entro il 2016, come prevede la legge regionale del 2012, tutti dovranno mettersi in regola incapsulando i materiali in amianto o eliminando il materiale che causa malattie e morte se inalato. Da qui la campagna della Regione «Zero amianto». «Avevamo però notato che le auto-denunce presentate ad Arcore erano poche», racconta Perego. È partita dunque la caccia ai tetti in eternit con Google map: «Le immagini disponibili in rete risalgono al 2010, ma sono sufficientemente affidabili. In alcuni casi, abbiamo scoperto che le bonifiche erano già state fatte».

Alle lettere inviate nei giorni scorsi hanno già risposto 60 proprietari. L’amianto, molto diffuso per le sue pregiate caratteristiche fisiche e meccaniche, rappresenta un pericolo per la salute umana per via delle polveri. Per questo motivo l’Italia con la legge 257 del 27 marzo 1992 ha sancito la messa al bando della fibra assassina. «Noi le abbiamo eliminate dagli edifici pubblici», ricorda l’assessore.