Cesano Maderno (Monza e Brianza), 10 marzo 2014 - Restano in carcere Maria Rosa Saitta e la figlia Jessica, accusate di avere ucciso a coltellate e martellate il marito e padre padrone, Salvatore Marsiglia, al culmine dell'ennesima lite familiare. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Alfredo De Lillo ha infatti convalidato il fermo delle due donne per concorso in omicidio volontario. Il giudice ha disposto per entrambe la custodia cautelare in carcere, come chiesto dal magistrato titolare delle indagini sulla vicenda, il sostituto procuratore monzese Salvatore Bellomo.

Davanti al gip, che stamattina si è recato nella casa circondariale di Monza per interrogare le due indagate, madre e figlia, entrambe difese dall'avvocato Alessandro D'Addea, hanno solo dichiarato di confermare i verbali di interrogatorio già resi davanti ai carabinieri di Desio e al pm venerdì notte dopo l'omicidio. Questo in attesa degli esiti dell'autopsia svolta all'Istituto di medicina legale di Milano sul corpo del capofamiglia, che dovrà chiarire da quante coltellate e martellate è stato raggiunto l'ex operaio rimasto senza un lavoro stabile da quasi tre anni e quale arma ne ha provocato il decesso. Anche la difesa di Maria Rosa e Jessica ha nominato un proprio consulente per l'esame autoptico.

Intanto sembra delinearsi più chiaramente il presunto movente della tragedia familiare: il carattere da marito e padre padrone di Salvatore Marsiglia, un uomo autoritario, abituato a dettare legge in casa e ad avere sempre l'ultima parola con la moglie e la figlia che viveva con i genitori nell'appartamento in via Pala Bianca a Cesano Maderno. Un carattere già spigoloso, che sembra fosse peggiorato da quando il 52enne aveva perso il posto perchè l'azienda di serramenti dove aveva sempre lavorato aveva chiuso. Dopo due anni di cassa integrazione, l'uomo da qualche mese prendeva soltanto un'indennità di disoccupazione e cercava di svolgere qualche lavoretto che gli capitava, quindi in casa entravano soltanto lo stipendio della moglie, sarta in un'impresa tessile e della figlia, impiegata in un distributore di benzina, che però aveva deciso di andare a vivere con il futuro marito in un appartamento che avevano acquistato insieme. Una decisione che sembra non fosse approvata dal padre.

Fatto sta che venerdì sera, dopo cena, verso le 22.30, in famiglia è scoppiata l'ennesima lite tra marito e moglie. Le solite parole grosse, forse anche qualche mano alzata, finchè la moglie di Salvatore ha preso un coltello e si è avventata contro l'uomo, che stava reagendo ai fendenti, ma nel frattempo è intervenuta la figlia con il martello.

di Stefania Totaro